53 di Venezia, ed avevano anche presentato una petizione perchè il Papa proibisse a tutti i fedeli di navigare alla Tana ed agli altri luoghi soggetti all’imperatore dei Tartari; del memoriale contro i Veneziani il Papa volle che gli ambasciatori suddetti prendessero notizia per poter rispondere alle accuse mosse alla Repubblica di Venezia, ed essi ne fecero trarre copia ohe spedirono alla Signoria. Stando così le cose, gli ambasciatori veneziani avevano compreso che l’affare « ad dubium et periculosum punctum . . . fore perductum » anche perchè i Genovesi avevano dalla loro parte molti dei Cardinali, e fra i più potenti, e di tali (bibbi e timori avevano fatto partecipe la Signoria ; di qui forse la causa di quei provvedimenti militari che abbiamo enumerati. - Ma all’opera assidua degli ambasciatori genovesi per aver favorevole la maggioranza del collegio cardinalizio, gli ambasciatori veneziani avevano contrapposto una non meno attiva propaganda in favore di Venezia, recandosi dai singoli cardinali « dicentes multa contra ea que per Januenses posita fuerant », ed opponendo al memoriale dei Genovesi una difesa documentata della Repubblica, difesa che fu presentata ai cardinali in pubblica adunanza : tuttavia, fino al momento in cui avevano scritto la lettera in questione, non avevano potuto sapere se fosse stata respinta la petizione dei Genovesi riguardante il divieto di navigare nel Mar Nero. Molti cardinali però avevano detto agli ambasciatori veneziani « quod de intencione Ecclesie non erat facere ipsum interdictum aut aliam novitatem, set laborabat Ecclesia reperire viam ut guerra non fìeret inter vos et ipsos Januenses ». — Ma gli ambasciatori veneziani non si illudevano per queste dichiarazioni vaghe e comprendevano che già era inevitabile un conflitto con Genova; avevano saputo infatti « quod ipsi Januenses venderunt equos suos et vendunt, per que com-prehendere possumus quod ipsi • parant se ad recessum » ; ripetevano inoltre quello che altre volte avevano scritto, che, cioè, e gli ambasciatori e gli altri genovesi residenti in Avignone manifestavano apertamente nei loro discorsi tanto mal’ animo contro i Veneziani che non v’era adito a sperare in un componimento pacifico-; tanto più che da buona fonte avevano saputo che uguale fermento regnava in Genova contro Venezia e