7 sentato da Giovanni Loredan, Pietro Gradenigo e Giovanni Steno, cerca di smorzare gli ardori guerreschi dei colleghi con mirabile persistenza, ma non riesce ad altro che a vedere sistematicamente respinte le proprie proposte, tanto che alla fine deve rinunciare alla inutile opposizione ed assecondare la maggioranza eh©, se non vuole ancora apertamente la guerra, non è persuasa nemmeno che la Repubblica di Venezia assuma quell’atteggiamento remissivo, quasi pauroso, che tali oppositori consigliavano per evitare guai maggiori. Riconoscono essi bensì che « per ea que sciuntur et haben-tur, Januenses omni modo et via quibus possunt, conantur.... Venetis ubique iniurias et molestias impendere, multiplicantes eas contra solitum, sicut .... Baiulus et consiliarii Constanti-nopolis scribunt » '); ammettono anche che queste offese « sunt gravia nec non honoris nostri et fame non modicum depresiva », ma poi si limitano a proporre di scrivere una bella lettera, un po’ ampollosa, di cui presentano la traccia, al doge di Genova, certi così di poter indurre i Genovesi a desistere dal molestare i mercanti veneziani in Oriente. La proposta, tanto più ingenua in quanto che essi stessi, che pure ammettevano che l’invio del notaio Giovanni Vido a nulla era valso, perchè « nichilominus tamen non cessant iniurie et molestie .... set pocius multipli-cant et acrescunt maiora et enormiora solito », tuttavia pretendevano di poter ottenere il loro scopo con una semplice lettera, venne inesorabilmente respinta. Pur troppo è da deplorare che i registri del Senato non ci conservino, come le Consulte fiorentine, la discussione viva, ma ci presentino solo quello che noi oggi diciamo 1’ « ordine del giorno », perchè sarebbe riuscito di sommo interesse poter seguire, nella discussione, il cozzo di queste due opposte correnti e poter conoscere le ragioni che i seguaci d’ognuna adducevano a sostegno delle loro proposte. 10. L’opposizione, che, come dicemmo, era rappresentata da Giovanni Loredan, Pietro Gradenigo e Giovanni Steno, giustificava il suo contegno colla considerazione delle condizioni in 10. Come giustificava le sue proposte. *) Senato. Misti, Reg. 24, c. 121 e 1211.°, 1348, '21 febbraio (m.v.).