10 13. Condizioni di Venezia dopo la peste del 1848. compiere quell’audace colpo di mano, e di Focea '). Naturalmente tutte queste circostanze dovevano indurre l’Imperatore ad un ravvicinamento coi Veneziani che, alla lor volta, senza troppo entusiasmo però, come vedremo in seguito, non potevano lasciarsi sfuggire il destro di porre i Genovesi in una condizione d’inferiorità, ottenendo dall’ Imperatore opportune concessioni ; e le lunghe trattative approdarono, nel 1351, ad una alleanza offensiva e difensiva stretta fra il doge di Venezia Andrea Dandolo e l’imperatore di Costantinopoli, Giovanni Can-tacuzeno. E questo un episodio dell’alterna vicenda cui soggiacquero, dopo la caduta dell’impero latino d’Oriente, Veneziani e Genovesi agognanti a sopraffarsi a vicenda, ottenendo il favore del-l’Imperatore di Costantinopoli, che poi rivolgevano a detrimento dei loro rivali, eliminando sui mercati d’ Oriente la loro temibile concorrenza. Prorogare l’invio dell’ambasciata già destinata all’imperatore, come avrebbe voluto Giovanni Sanuto, perchè i Genovesi non esercitassero sull’imperatore stesso qualche violenta rappresaglia, parve indubbiamente, non solo un atto di inconfessabile timidità, che avrebbe reso più baldanzosi gli avversari, sicuri della massima impunità, ma anche un atto impolitico perchè avrebbe impedito di sfruttare opportunemente il malanimo, che l’imperatore di Costantinopoli nutriva contro i Genovesi, a vantaggio dei Veneziani. 13. Però dobbiamo soffermarci un momento ad esaminare la genesi di questa tendenza, che diremo pacifista, che si manifesta timidamente in seno ai Pregadi, ma che forse non era che l’eco fioca d’una più vasta corrente che si manifestava contemporaneamente in seno alla cittadinanza. Le proposte di quell’esigua minoranza erano ispirate da una eccessiva timidità, da un desiderio un po’ vile di quieto vivere, anche quando per l’onore di Venezia si sarebbe dovuto agire, ed agire energicamente, o non piuttosto erano dettate da un retto senso di prudenza, che, mirando al di là delle contingenze del momento, prevedeva le l) V. Heyd, op. cit., voi. I, pag. 501.