MCCCCCIII, DICKMPiKE. 578 Amet bubacho in Aloxan.!«, olio à maiiz'i assa’danari di uno cargo ili noxele di sier Nicolò lira tradin qu. sier Andrea, etc., ut in ea ; e fu presa. La qual parte solicitava sier Hironimo Bragadin. Fu posto, per loro savj, satisfar li frali di la Ob-servantia di Faenza di ducali 115 per danni palili da le zente, come scrive essi proveditori nostri. Ave tutto il Consejo. Fu posto, per li savj di terra ferma et nui a li ordeni, dar a uno bombardier hongaro ducati 5 di provisione al mese a una camera etc., ut in parte; et fu presa. Et sier Zacaria Contarini et io fumo causa per la suficientia sua. Fu poslo, per li consieri, la parte e gratia di sier Andrea Badoer, che voi certo scojo a Vegia (ad) afilo per ducali 70 a 1’ anno, videlicet a livello ogni 29 anni a renovar, el qual non si alita tanto come apar por quelli rispondeno. Et loto, nui ai ordeni in-trasemo in opinion, et cussi li savj dii Consejo e li savj di terra ferma. Fo ballota do volte ; qual per voler li 4 quinti ad alienar le cosse di San Marco, ave 100 el 31 di no, et nihil captimi. Fu chavà cao di 40, in luogo di sier Nicolò Memo che ha aceptado castelan a Ponte Vigo, sier Antonio ‘374 Nani el 40, el qual statini intrò a sentar a la bancha. A dì 20 dezembrio. In Colegio. Vene l’orator yspano, al qual li fo ditto dii possesso dato al Cardinal Cosenza per suo amor; ringraliò etc. E fo balotà do falconeti per donar al ditto orator, per averli richiesti per mandar a uno suo castello, per la sansa-ria di haver adatà il castelan di Faenza etc. Item, fo balotà ducati 500 [ter dar a la mojer dii signor di Rimino per la provision; qual si aspeta a parturir. Et vene Domino Obizo in Colegio l’altro eri, et dote una suplication per lui etc. Vene il legato e li fo ditto dii possesso dato, ut supra; ringraliò. Poi parlato di beneficj, disse in el dominio di la Signoria era beneficj per ducati 400 milia ; el che in reame li re havia dii papa poter dar beneficj a soi benemeriti per certa quantità ; cussi la Signoria volendo oteneria dal papa. Fo laudato tal aricordo dal principe, che saria bon. Vene sier Alvixe Capello fo podestà a Chioza, e fè lezer una lettera che li scrive il ducha Zuan Corvino, col qual fece amicitia quando l’andò a Loreto esso ducha zà do ani, et fo a Chioza e lui era podestà, per la qual li ricomanda uno suo messo. El qual fo fato venir, e loto la lettera, fo fato sentar apresso ol principe et expose era venuto insieme con uno orator dii Valacho, e veria doman a la Signoria. El principe li usò bone parole, e che ’l venisse. Copia de una lettera scrito per el ducha Zuan Corvino a la Signoria nostra. Illustrissime princops et domine ot pater no-ster honorandissime. Deputavimus ad illustrem Dominationem vestami hunc viruni nobilom Franoiscum, cujus medio, illustri Dominationi vestra in nonnullis rebus nostris omnem menlem nostrani aperuimus, et eum piene inforinaviinus; quee omnia ipso viva; vocis oraculo est relaturus. Rogamus Dominationem vestram illustrem, tamquam dominimi et patrem nostrum, veiit eadem ipsum exaudire, et omnibus ipsius rclatibus nostro nomine vostra; illustri Dominationi referrendis, omnimodam credentiie fidem prastan-di. Quam longeve ad sua vota valere dosidoranms. Ex castro nostro Belicx, in festo beati Nicolai episcopi ot confessoris, anno Domini millesimo quin-gentesimo tertio. Suhscri.ptio : Ioannes Corvinus dux Lyplovine, et regnorum Dalmati®, Croaliie, Sclavonia; fìa-nus eto. A tergo : Illustrissimo principi et domino, domino- Leonardo Lauredano duci Veneliarum, domino ol patri nostro observandissimo. I» questa malina fo balotà, do di savii ussiti an-daseno a pagar li galioti per queste foste a l’armamento, e rimase sier Domenego Trivixan el eavalier, fo savio a terra ferma. Veneno li oratori di Arimino, a li qual de con-sensu Colegii il principe li usò bone parole, dicendoli : rilornaseno a Rimino; li haveamo recepuli per fidelissimi ; et quanto a li capitoli, erano disonesti ; et 274 * non se li mancheria col tempo di farli ogni ben; e potevano ringratiar Idio esser ussiti dii mal, perchè soto la Signoria arano bene. Or ditti oratori rima-seno mollò di mala voglia, dicendo si cussi ritorne-rano di là, quel popolo li sarà molesto. Li fo ditto si scriveria a quel proveditor li dichi eie. Or loro oratori dimandono almeno si resti ili incantar li dazj di l’imbola etc. (de’) quali richiedono la inmunità. Or nulla li fo ditto : solum se li provederia. Poi loro dimandono almeno siano satisfati di ducati 5000 in zercha, dieno aver prestati al signor Pandolpho: li li fò dillo si vederia. E cussi, con mala risposta, fono licentiati. Or parliti, sier Domenego Bollarti el consier, si levò dicendo era mal andasseno cussi mal