7r>3 e questo ;ì lato il papa per non haver arine ni danari, licet sperava aver solum di li do castelani di Pexaro et Arimino retenuti in Ancona, per li qual il papa ha scrito più brevi. Item, fiorentini tentano a'ver per capitanio Fabricio Colona, e questo fanno per intertenir spagnoli, che par Orsini li instano ju-s.ta li capitoli a venir a meter Medici in caxa. Le cosse de Ymola stanno a l’uxato, et il Cardinal San Zorzi li parlò dicendo: « Dio volesse la Signoria havesse auto in locho di Rimano Ymola», dicendo saria bon la Signoria restituissa al papa le terre erano imme- 361 ‘ diate di la Chiesia, perchè di le altre si potrà meglio adalar, aliter vede il papa disperato e farà qualche mal etc. El 1’ orator justifichò la Signoria nostra con molte raxon, ut in litteris, a le qual il Cardinal non sape risponder altro, solum il papa voi cussi ; sichè è indurato in tal opinion. Dii ditto, di 19. Come il Cardinal di Medici li mandò uno suo secretario a dirli, hora è il tempo che la Signorìa ( li) poi dar ajuto a intrar in caxa soa, perchè spagnoli et Orsini per capitoli dieno far; et che voi mandar uno suo homo a la Signoria nostra, qual si partirà domali. L’orator li rispose saviamente, che mandando'1’homo suo a la Signoria non achadeva dir altro. Il papa manda uno orator al re di romani, qual è domino Mariano di Perosa auditor di rota, qual fo auditor dii Cardinal reginense in Hongaria, el ditto Cardinal li ha promesso dirli la in-slrution avanti el vadi. Item, Ascanio non se impaza in pratiche di Ymola ni altro; sta a la sua vigna; vien a palazo li zorni si fa concistorio. Etiam li cardinali spagnoli poco si laudano dii papa, et li do cardinali, videlicet Surento e Borgia, sono a Napoli dove andono a dretura, e Borgia à mandà per la soa fameja, ma Surento non ne ha mandato per non averne. Item, quel Asquino da Coloredo che tosegò il Cardinal Michiel, confessò et ratificò, tamen fin hora non è stà fato morir per li fautori ha, adeo molti credono • sarà liberato, perchè horamai la justicia maneha etc. Dii ditto, di 20, hore 17. Come la note passata da alcuni armati è stà tolto di caxa uno canzelier di missier Zuan Bentivoy, nè si sa dove el sia. Vieneno soto specie di esser mandati dal governator, el qual dice nulla saper. Si tien Colonesi habino fato questo per haver la liberalione di uno lor servitor che missier Zuan Bentivoy a Bologna à fato relenir. Il papa di questo mostra aver a mal ; voi far provisione ; fece serar le porte di Boma ; ma per tutto si poi ussir per li busi. Et fo ditto in corte el Cardinal ili Medici era stà morto et Valentino fuzito; tamen questa cossa è la cagione. cìennajo. 754 Dii ditto, di 20, hore 2 di note. Come fo dal papa, qual li disse di Valentino che andava a Civi-tavechia, ma non sapeva quando el partiva. L’orator disse Valentino à danari, licet mostri (esser) povero ; è ben voluto da le zente perchè le lassa depredar, et poria esser poi facesse qualche novità in Italia a le terre di Romagna etc. Il papa rispose : « Non volemo inanellar di fede ». Poi inlrò in li lamenti di la Signo ria nostra, dolendosi non aver auto risposta, di'è segnai à pocha speranza di rehaver quello di la Chiesia. Or F orator fè un longo discorso, savio e gajar-do, dicendo soa santità li poteva bastar la risposta data, et che la Signoria si oferiva ajutarlo aquistar il resto e pagar li censi di l’aquistato, di li qual Valentino era liberato ; et che li meriti di la Signoria 362 nostra verso la Santa Sede e soa beatitudine, non rechiedeva questo. Poi li parlò da servitor: la Signoria non potria mai restituir il tolto, et poiria esser che perseverando in questo soa santità, forsi lolesse il resto, eli’ è in sua libertà di farlo ; con molte savie parole. Et il papa disse : « Non volemo lassar quel di la Chiesia, perchè in minoribus non 1’ avemo fato. Etiam in questo principio dii pontificato nostro, a farlo saria mal principio ». Da Napoli, dii consolo, di 3 eener. Dime, a dì 27, si mosse el fortunatissimo gran capitanio con 10 cxercito,«e passò contra li francesi e li rupe con gran ocisione et ultima loro jactura ; prese tute le artilarie, 8000 petre (?) di fero, et polve in quantità, el ultimò F impresa per fino dentro Gaeta con victoria gloriosa ; sichè luto il regno ciedeno a Spagna ; e tutti li francesi presoni, spagnoli li restituisse, reser-vandose li regnicoli cl altri, sicome esso gran capi-tanio scrive al vice re, date a San Francesco prope montem; e scrive istud est mirabile in oculis no stris. E in questo lato si ha portato bene tuli, ma prcecipue il signor Bortolo d’Alviano, el qual in consiglio, provedimenlo et propria exercilatione valoroso si è dimostrato ; per la qual felice victoria si poi reputar finita la guerra in regno, e per tal casone tre dì continui si sono faete luminarie et fuochi fi campane e infiniti colpi di artilarie, et eri malino, ogi e dimane solenne processione, eri a Santa Maria di Gratia, questa mane a la Nuntiata, e doman a Santa Maria del Carmine. Sono stati liberati lutti li francesi presoni ;-et questa matina è partito monsignor di Obignì con tulli li altri da conto. Item, ogi è capitali lì do cardinali yspani l'ugiti di Ropia, Bor ges et il Surentino. Item, F homo in Calabria per 11 pagamento di sier Zuan Francesco Morexini, con una fusta provisto se ne andò. MCCCCCIV,