799 MCCCCCIV, FEBBRAIO. pitanio è andato a Napoli per far danari, e molti dicono spingerà avanti gran parte di le zenle sue per assecurarsi da’fiorentini e da’altri, e se dice in Pisa è intrale zente spagnole e de lì venute certe galie di Spagna. Item, fiorentini hanno vinto 100 milià ducati cóp lè fave; ma la faticha serà a trarli di le bórse, conóscendo màxime non dover far mollo fruto. Él cohfalónier è pessimamente amato, et é sta tb questi Storni ih qualche pensiero di renonciare quel ófficio. Item, lì si aspeta el signor Zuane di Gon-iaga loro condulier, che vien di Mantoa, e dà voce tóler far hómeni d’arme per fiorentini. Item, Pan-flblfo Pelruzi ha rehauto el figlio suo che stava quasi obstaso a Milano, e non harà chi lo tenga a èsser Spagnolo. Sin’ora, le zente andono a Cesena per hor-dine dii papà, non se intende habino fato altro. Da Roma, el papa e San Zorzi vogliono che non sia signor de Ymola el primogenito, ma el terzo, si chiama signor Galeazo, e li danno per moglie la figliola di la profetessa, zioè la donzela ; che la vedo», fo moglie dii signor di Chamarin, la dano a uno nepote dii Cardinal di Napoli. Et la causa perchè vogliono il signor Octavianó primogenito non habi el dominio, è perchè lui se intende con la maire, e li popoli non lo vogliono ; e che la profetessa non volea darli la figliola per esser smisuratamente grasso, e par che San , Zorzi voy che ’l sia prete. Item, a Milan è stà bisbi-gliamento, perchè Chiamon volea mandare 100 citadini a’ confini ; ma poi non ha fato per esser stà consigliato » non lo fare. Ma qu Ili fono una volta 384* signati, è da pensare che se restringeranno insieme. Item, el conte Alexandro Sforza, chiamato da monsignor Ascanio, andò a Roma ; el qual li parlò di le cosse de Milano, et ha miglior speranza che mai. Item, è praticha di asetar le cose di Pisa con Fiorenza per il mezo dii gran capitanio, con meler li amici soi in stato; e tractasi di fare Prospero 0 'Iona Capitanio di fiorentini. ‘Item, da poi la so partita, farà avisar esso vicedomino di ogni occorentia da uno canzelier dii conte Guido Rangon, e quella madona e li figlioli son boni mareheschi. Di Mantoa, di 23, al ditto vicedomino. Come li Ursini haveano capitulato con spagnoli di reme-ter Medici in casa ; e poi la morte di Piero, a Iuliar.o è stà data bona intentione di ritornare in casa senza arme per esser ben voluto, e questo si Irata adesso. Item, lo oratore de’pisani che era con Consalvo Ferando, è tornato et dicono aliegro e di bona voglia. Item, quel marchese non sa che fare. E disconclusa la pratica con fiorentini, e voria atacharsi con lu Signoria, se non come vole come pò, che tutti zenthilomeni e populo e cortesani non desiderano, nè cridano altro. È nova il roy vien in Italia et è in via ; et ogi è venuto nova è fata la pace e che re Fedrico torna ih casa. Li sguizari di Bilinzona se preparano a guerra contra il stato di Milan. Si stima e si dice questo papa è stàio bon pavaro e serà trista ocha ; et il gran capitanio li à mandato a dire che la profetessa alzi le bandiere di Spagna, altramente li torrà il stato 1’ ha in reame ; li ha rispósto lassi él prefeto Sia for dii dominio dii roy. Etiam par il papa voy venitiani lassino Romagna e si veda di ragióne; è veniliani dicono che le cosse passateli insegna le future ; e che Romagna non è. Pisa ; e che loro non fanno più compromesso. Item, ha aula di questo una longa lettera di Roma. È molto faceta e da ridere, dove se contengono le laude de’ veniliani, bestialità de’ franzesi, perfidia de Hispania, avaritia di Ferara, instabilità di Manloa, fortuna de Valentino, dapocagene de Arimini, paura de Pexaro, ingratitudine de Urbino verso Venetia; et manderà dilla lettera eh’ è stà facta per bon maestro. Noto in lettere di Roma ogi lecle, maxime in quelle di 30, come di la pace di Franza fiorentini stanno ambigui, e che ’l papa à expedito ogi brevi a li oratori yspani sono in Franza, persuadendoli a la pace e cargando la Signoria nostra eie. Item, il re à fato comandamento a Zenoa stagino li navilj preparati, e zà si dice sono 8 galee, 3 nave et 1000 fanti in hordine, acciò, si non siegue la pace, farli passar in reame etc. ut in litteris. 385 T)i Faenza, dii proveditor, di 28. Come uno Evangelista, et Petruzo citadini di lì, erano venuti a lui a dirli che il signor Antonio Maria di Forlì stava mal ; et che hanno assa’ parenti in Forlì, li quali li hanno scrito si la Signoria voi daranno quella terra ; però se li risponda. Fo leto una lettera di domino Gabriel di Calderoni doctor ciladin di Faenza, a uno maestro lacomo frate di fra’ Menori. Li avisa il suo ritorno de lì, e molle cosse, ita che par quella terra non sia ben disposta. Da Trevixo, di uno homo d’arme dii signor Bartholamio d’ Alviano, nominato lacomo da Corezo. Avisa è servitor, e li basta l’animo dar Co-rezo e Carpi a la Signoria, e per quella via si averà Hostija eh’ è dii marchexe di Manloa, videlicet auto Revere, e va discorendo alcune cosse et sili di lochi, e si oferissè. Fo leta e fato pocho cavedal. Et leto ditte lettere, fo mandati chi non era dii Consejo di X fuori, per alcune lettere venute a li cai eh grande importantia, credo di Faenza, per la ma-