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MCCCCCIU, DICEMBRE.
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     abatie, una da ducati 400, 1’ altre do ducati “200 per una ; fano anime da 12 in 14 milia ; homini bellicosi, etiam le done, e alegò una dona che li fo ruinà la caxa, e dimandata da’ nostri si l’liebe paura, rispose di no per esser usa; et a tempo di Valentino le done fè più difesa cha li homini. Item, li citadini non sono richi; ma industriosi, e non come veronesi che vi-veno su le sue intrade. Ne sono chi ha 500,300 et 20t> ducati d’intrada. Item, bisogna carezarli in questi principj ; sono cerveli spagnoli ; ma faenza è la chiave di llomagna. E disse è bon cassar li 50 scutarini è in cità di Ravena et 120 fanti è a la piaza, et pur quelli, si si voi, meter]i in quelli castelli. Item, disse di l’intrada, ducati 6200. Item, 4070 corbe di grano a ducati '/s il ster, che una corba è un ster veni-tian. Item, 3 milia stera di spelta et 600 cara di le-gne, vai ducali </s il caro ; in tutto zercha ducati 9000; la exation poi esser da ducati zercha 4000.
        Item, laudò il proveditor Moro suo colega, ma disse lui aver fato il tutto. Poi disse di Brixigelle e di Val di Lamon, dove è 10 castelli. E laudò sier Nicolò Balbi proveditor ; ma ha mala opinion a fabri-char, perchè li monti lo domina. Ben è vero che Tussignan si potria far fortissimo, che è loco di gran im-portantia in Val di Seno. Item, che li homeni di Val di Lamon dicono non voler più guardar quelli castelli ; ma è bon lassar lor li guardano, e acharezarli. Item, di Russi, disse di la rocha alta saria bon bas-sarla, e con quelle piere si forti ficheria. Di Solaruol, Granaruol e Oriol castelli soto Faenza, è di poco conto ; si potria far castelani con 4 overo oon 5 page per uno; et che Russi con ducati 1500 si conzeria. Disse di le zente d’arme come disse in Colegio ; et concluse: si la Signoria voleva si havia Ymola e Forlì e tutta Romagna etc. El principe lo laudò assai, dicendo si poi dir a lui : veni, vidi et vici, et che si havia peroptime portato.
Fu posto per li consieri, atento sier Marco Dandolo dotor et cavalier, orator in Franza, sia rimasto savio a terra ferma, che, come ad altri e stà facto, sia electo in loco suo fin el vengi, e possi intrar si ’l 301 vera al tempo. Ave 8 di no, 150 de si.
        Fu posto, per loro savj d’acordo, scriver do lettere a l’orator nostro in Franza, videlicet, in conformità di le altre, justifichi la Signoria nostra di le terre tolte, e li dichi la raxon, et voy il re perseverar in l’alianza etc. In l’altra lettera, che vedi saper dii te, zercha queste terre, il voler di soa majestà, e li dichi non poi romper l’alianza, per li capitoli, che dice : exceptuando el pontitìce moderno etc. e non altri. Item, si ’l vedesse il re ne volesse romper, ne
       I Diarii dì M Sanuto — Tutti. V.
avisi subito, e allre cosse, lettere molto longe, ut in eis, in hac materia. Et sier Zorzi Emo conlradixe, dicendo si doveria proveder, dar orechie a Spagna et Maximiano voi liga con nui. Item, divertir Spagna et Franza non si acordi etc. Li rispose sier Antonio Trun savio dii Consejo; e domente l’era in renga, vene lettere di Cremona di sier Hironimo Donado dotor, molto a proposito, qual fo prima lete. Et andò la parte. Ave solum 10 di no et 156 di si ; e nota fo cazà li papalisti.
    Item, fo posto scriver a l’tiratoi' nostro in Ale-magna, dii secretario mandato al re per il papa a dolersi di la Signoria nostra, e debi justifichar le raxon nostre ; qual se li manda. Item, ringracj soa majestà cesarea di quanto ne ha ditto domino Laurenzio Suares orator yspano, di la bona metile à verso la Signoria nostra. Et per una altra lettera, fo scrito potria esser questo secretario fusse Andrea dii Borgo cremonese, qual alias era con altri oratori nostro amico ; però lì parli, che sarà a proposito. El simil lettere si farà in Spagna mutatis mutandis, videlicet di le justification nostre di le terre tolte. Ave tutto il Consejo.
   Di sier Hironimo Donado dotor orator, date a Pontemuro apresso Faenza ( 1 ) a dì 27. Come lutto el dì de nadal fo in coloquj col Cardinal Roan, qual si dolse di la Signoria non havia confi-dentia in lui etc., e intrò in le cose di Roma, dolendosi dii favor di l’orator nostro dato, che Orsini si acordi con spagnoli. Item, di 1’ Alviano. L’ orator li rispose fono essi francesi che mostrò poco amor a essi Orsini per favorir Valentino. Disse Roan, il re lo fè per amor dii papa; ma non li piaceva però el lo-lesse le terre di la Chiesia, e si la Signoria li fosse slà contra, il re l’aria ajuluta. L’orator disse : poi cazato il ducha di Urbin, il re lo ricolse a Milan esso Valentin con gran careze come si fusse .stà uno imperador. Item, justificò di 1’ Alviano, si tien la compagnia etc. Poi Roan disse, al papato l’orator nostro li è stà contra ; et esso li rispose 1’ orator non poteva a le pratiche si fa. Et il Cardinal li narò, quando fo di papa Pio, li oratori yspani fè certe trufe di danari etc., e disse con riso : t< Ma a questo sono stà scoperti ». Item, di Romagna nulla disse, solum che questo papa sarà come Alexandro in voler dar stato a li soi. E l’orator intrò a parlar di le terre di Romagna, justifichando la Signoria noslra, ut in litteris. Et el Cardinal disse, il re voi Valentino resti-tuissa le terre a la Chiesia. E l’orator lo pregò vo-
    (1) Leggasi Ponte Nuro appresso Piacenza.
N. dell'Ed.
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