MCCCCCIV, FEBBRAIO. 83*2 danni, darà opera ili esser con il re e parler.ili; e non pagi ad altri, perchè il re non si ricordasse eie. E sopra tutto il papagà bianeho, e non potendo ha-ver perchè sono rari, almen uno berelino bono. Da Corfù, di 19, di rectori. Zercha quelle fabriche, si mandi danari, legnami ete. ut in lit-teris. Da poi disnar, fo Consejo di X con zonta dii Colegio e di danari, e credo venisse lettere di Spagna. A dì 9 fevrer. In Colegio. Vene l’orator di Franza, et disse aver auto lettere dii róy, che li commette debbi ap'resentar urta lettera, videlicet quella li dè il legato. Qual fo leta, et era solum pregava la Signoria per amor suo non desse fastidio a Cesena e Forlì, acciò il papa le possi haver e lassili* il ducha Valentino libero etc. tttinea; scripta in francese in bergamena, la copia di la qual scriverò qui de soto. Et il principe li disse era bòna lettera, poiché di Faenza e Rimano nulla diceva ; et che l’ha-vevemo facto, che Cesena e l’orli l’havessemo aula; e non la volemo. Or l’orator pregò la Signoria scrivesse cussi una lettera, che per amor dii roy suo confederato non volemo tuorlo. E li fo risposto non volemo, perchè il papa ne la mal e non li volemo far ben. E sopra questo fo assa’ parole per quelli di Colegio, e l’orator disse il roy manderà so’ zente per 400* aver le roche ili Cesena e Forlì per ajutar la Chiesia. Translatione di una lettera scripta per il re di Franza a la Signoria nostra in francese. Loys per la Dio gratia re di Franza etc. diarissimi et grandi amici. Vui sapete la prexa et detention de la persona del duca Valentino esistente ne le mano et poter del nostro sancto palre el papa, che è principalmente, come el ne ha facto saper, per causa de le cità el terre di Cesena et Forlì, che ’l ditto ducha ha per avanti detenute et occupate per la sutferenlia del qu. papa Alexandro, et ancor facto dr preesenti per mezo de intelligentie che sono tra vuj et lui, sicome el dicto sancto patre ne ha facto saper. El qual non ha possuto nè pò haver la restitution de diete cità et terre, che medesimamente sono et apartengono a la Ecclesia et a la Sancta Sede Apostolica et non ad altri, qualunque diligenti,1 l’habbi facto far pernuntj sono stà mandati sopra i loci portando contrasegni del dicto duca, i quali sono stà pessimamente tractati quanto a le loro persone, et è stà facto asaper al dicto nostro Sancto Patre per li castelani di diete terre et loci, che per excusation hanno dicto, che le non sarano per alcun modo restituite se non de vostro consentimento et expresso comandamento, over che ’l ducha non vengi a farla liberationover restitution in persona, el tutto per vostro mezo, i quali pretendete haver le diete (erre, come se dice. Et perchè nui, come primo figliolo de la Ecclesia, senio tenuti et deliberati manutenir, guardar et defender el stato de dieta Ecclesia, non permetendo per el poter nostro, né sofrendo che alcuna cossa li sia usurpata nè distracta, ma più presto augumentarla et acrescerla, vi havemo ben voluto scriver et advertir sopra questo del voler et intentione nostra, pregandovi affectuosissimamente, per l’intertenimento de la ami-citia, alianza et confederation è tra nui et vui, vogliale tenir la man et far tanto che le diete terre siano date, restituite et deliberate ne le mano et poter del dicto Sancto Patre over de sui deputati, per pos-ser disponer a favor de la Ecclesia, come de sua propria cosa et secondo vole la raxon. Et facendo questo, farete cossa a Dio grata, el a nui grande et singular piacer, perchè nui havemo tanto a core la 401 dieta restitution clic se la fusse per nui medesimi ; et con questo el dicto nostro Sancto Patre non haverà causa de più relenir el dicto duca, la restitution del qual ben nui desideratilo, sicome havemo dicto a l’orator vostro apresso nui esistente, et scripto al nostro de li per dichiarirvelo più ampiamente, diarissimi et grande amici, el nostro Signor Dio ve habi in sua sancta custodia. Scriple a Lion a dì Hi di zener. Loys. Robertet. A tergo: A li nostri diarissimi ef grandi amici alligali et confederati, Doxe et Signoria de Venelia. 401 ' Vene l’orator yspano, dicendo aver eri auto lettere dii re da Medina dii Campo in Chastiglia, di 2 zener, et si duol non aver lettere dii gran capitanio, di P orator è a Roma e di lui spesso. E lo avisa di la trieva fece a instantia dii nontio di re Fedrico per cosse di là, hessendo in Perpignan, per mexi 5 ; e che ’l debi dir a la Signoria che ’l reame di Napoli voi sia suo come è suo la Spagna ; sichè di questo la Signoria sii certa. E ancora non sapeva la victoria aula, ergo pace non seguirà etc. Fo ringratialo di la eo-munication. Vene Piero Zuane Bifulzi da Forlì, e monstròdo lettere aule da suo fradello Zuanbaptista di Forlì, li avisa la morte dii signor Antonio Maria, el si la Si-