793 SfCCCCCIV, FEBBRAIO. 79.4 nostro, nè tuor li danari soi ; tamen, si sforza ben convicinar e tenerli charezati. In questo zorno, per la nave patron Zuan Boza, eh’ è di sier Fantin Dandolo e Zuan dii Cortivo, qual zonse over partì da Corfù a dì lo zener, se intese che a dì 15 era zonta li a Corfù la galia Contarina di Alexandria, et le conserve erano a Strivali. E dice non hanno potulo.cargar niuna sorte di specie, sichè vien vuode ; la causa non se intende. La qual nova fo molto cativa. Alcuni tien habino roto il porto ; e si questo è, l’haver di nostri starà malissimo. E tutto è causa le nove di Coloqut, che sarà la ruina di questa terra ; e tamen non si la alcuna provisione. Noto : in questi zorni etiam se intese che la galia sotil soracomito sier Hironimo Zorzi, la qual andava per accompagnar le galie di Alexandria, si era rota, et a Rodi seguite il caso, come più diffuse scri- 381 vero poi. Dii mexe di fevrer 1503 (m. v.). A dì primo fevrer. Intrò in Colegio tre capi di 40 novi, sier Zuan Grimani, sier Marco Navaier, sier Andrea Surian. Vene 1’ orator di Franza per cosse particular ; stete pocho et vene a bona hora, che io non era in Colegio. Vene sier Zulian Gradenigo venuto governador di Trani. È stato in tempo di gran morbo, e referì come il campo dii gran capitanio era lì vicino, e come è stà neutral etc. Poi disse di Alvise d’ Ars; poi di la condition di la terra, eh’ è grande e mal habitata, fa anime 8000 ; le mure triste verso levante, e a conzarle voria assa’ danari e sariano butà via. Il castello è forte ; voria 300 homeni a custodia ; bisogneria pur riconzarlo, ma si buleria via li danari. Le artilarie vi sono triste. Item, di lì sono vii homini. Quelli provisionati è in gran bisogno. Aricorda si fa-zi vender le caxe di marani, di le qual si traria da dùcati 4000. Item, dimandato di le intrate, disse aver mandà l’intra e la spesa, et che si ha per li fochi e sali ducali 1550; per la doana ducati 600, licet questo anno è afità né si cava ducati 450 ; in tutto circha ducati 2000. Item, li dacj alitati assa’ mancho per caxon di la peste e le guerre. Or il principe lo laudò de more, e ordinoli ne desse a nuj savj a i or-diem in scriptura, et che provedissemo al bisogno di lj. Vene el signor Pandolpho Malatesta, per il qual fo mandato per dirli desse conduta al fratello, che etiam nui daressemo. El qual rispose à pocho et non poi dar, e li faria vergogna ; e poi lui dimandò li fosse I Diarii di M Sanuto.. — Tom. V dato la conduta e le tanse. Poi il principe li disse di foraussiti di Rimino per le confìscation ; e sopra questo fo parlato assai, dicendo lui per parte di Pregadi esserli stà promesso le siano ferme. Vene l’orator di Ferara ; ma non intrò, perchè sier Zacaria Contarini el cavalier savio a terra ferma li andò a parlar, e fo per li danari di li cavali di l’Alviano, e li ave. Veneno el vescovo di Coron, da cha’ di Franceschi, per nome dii Cardinal Grimani con sier Piero Grimani, e a l’incontro 5 fratelli di San Michiel di Muran con li so’ avochati et sier Luca Valaresso suo commesso, per caxon di l’abatia di le Carzere etc., qual, poi questo abate da cha’ Boldù, dia esser reduta in la congregation, et il Cardinal Grimani la voi lui per certe bolle, e sopra ciò è nasute senlenlie e acordo. E parlò ditto episcopo et sier Luca Valaresso, qual disse don Eusebio averli commesso fusse procurator dii loco, che lui sarà suo capelan e ogni di diria messa per lui davanti Dio etc. Or alditi, la Signoria terminò scriver a Roma al Cardinal. 382 Vene l’orator yspano con una lettera dii gran capitanio, data in Gaeta a dì 5 zener a la Signoria nostra in recomandatione di Paulo di Tolosa, per l’ubligation fata a le biave dii merchà di Forlì, videlicet li sia perlongà el tempo. Etiam ditto orator fè lezer la sua a lui drizata, e fato .venir dentro el nontio, li fo ditto non si poteva far per li ordeni nostri, e avia tempo per tutto marzo. Poi, dilto orator dimandò di novo di Franza e si la pace si feva. II principe li disse la si pratichava. Rispose che la non si faria, et a dì 20 zener la nova di la rota saria stà ai so’ re, et in 10 zorni in Franza. Poi parlando col principe che l’era slà confessato, disse che il legato li volse parlar in San Stefano, e li disse dii papa etc., dolendosi la Signoria non voler restituir; e che lui orator disse il papa avia torto, havendo il suo feudo; e che qualche volta li oratori è causa di assa’ mal ; e che ’l reame è pur di Spagna et è feudo di la Chiesia, con altre parole, che fo molto laudato e ringra-tiato da tutto il Colegio e dal principe, el qual li disse di le male operation dii legato, e che haveamo ter-minà non tratar più niuna cossa con lui. Et esso orator si offerse a far il tutto e operarsi. Fo ringratiato assai et super modum laudato. Veneno li nontij dii conte di Pitiano, videlicet i} Milanese, Piero di Bibiena et uno nominato Zordano novamente venuto. Et il Milanese ringratiò la Signoria di averli dato il capitaniato, oferendo la fede; et che le opere ringraeierà la Signoria di tanto benefìcio. Et pòi quel Zordan fè lezer un memorial li ha dato 51