507 MCCCCCIII, DICEMBRE. 508 lesse expedir li oratori di la Valle di Lamon, perchè veriano li oratori di Faenza, alento che hanno capitoli ch’è direti contra la cita, li qual oratori fave.ntini sariano presto qui. Li fo ditto se li aspeteria. Vene il legato, per il qual fo mandato, et per il principe li fo fato lezer la risposta a le proposition fate diliberata col Senato, et ditoli si manderia a Roma aciò fusse leta al pontifice. E lui pur con collera parlò, che havia dimanda nominepontificis tre cosse: la restitution di le terre; si mandi le zente a li alozamenti, e si removi ogni praticha. Et iterum il principe replichò quelle terre volevamo per nui, con allegandoli molte raxon. E il legato disse : « Ben, havete altri lochi che non è soto Faenza, ni Rimano » et che la natura di romagnoli è de chi vi va a tuorli darsi, e li staria ben l’insegna di Napoli, di 1’ aseno che buta zò il basto l’ha per tuorne uno .altro. E il principe li disse haveamo risposto a tutto etc. Lui poi disse non mancheria di scriver al papa, pregando Idio se contenti di tal risposta ; e che a tempo di papa Alexandro havia, 4 anni eh’ è stà qui legato, tenuto sempre in pace con la Signoria nostra, cussi si sforzerà far il tutto con questo papa. Et di questo il principe lo persuase assai lo dovesse far. Poi il legato disse che Cesena havia leva l’insegne di la Chiesia, e cussi faria il resto di le terre possedeva Valentino etc. E in tal coloquii si stete tuta la matina. E nota, che la chiesia di San Bortolamio e la contra’ per il cardinal Benivento è infralita, adeo è tre zorni è morto uno in la contra’ senza li ordeni di la Chiesia, e niun prete el vuol levar il corpo di caxa qual puza etc. Et questo per la controversia dii re-torado di quella chiesia, perochè ’l patriarcha pretende sia sua juridition, e uno fiol di sier Domenego Loredan l’à 'buio per via di Roma. E cussi va le cosse, e in questo mezo li non se dixe messa etc. 11 principe persuase il legato levasse tal descomunica, e desse licentia si potesse ivi o altro sepelir quel corpo, maxime hessendo qui legato cum po-testate legati a Intere. Rispose non havia auctorilà di farlo si non il papa, e si lo poteva far lo faria etc. ; e sopra questo fo gran rumor in Colegio. Or fo terminato di far tuor ditto corpo e meterlo in uno deposito soto il portego lì a San Bortolamio, e farlo meter a fachini o altri di caxa, poi che preti noi voi levar perchè ipso facto che lo levasene sarebeno exco-munichati. Et cussi ditta cassa è posta lì come ho ditto, si poi dir su la strada che si va da Rialto a ‘ San Marco. Di Faenza, di proveditori, di 5, hore 3 di note. Come riceveteno do lettere nostre; una si dagi il sai è al Porto Cesenaticho al ducha di Urbin, come dimandò el vescovo Vitelli, et qual è partito, et lo disseno al capitanio di le fantarie è restato in locho suo. Item, che si toy il locho di Santo Archanzolo; et di questo scrisseno al proveditor è a Rimino toy li balestrieri vicini, utpatet, e operi tanto che l’habino. Item, è tante neve e giaze, che zà 10 anni non è state tante; et per lettere di Ravena hanno inteso il rumor sequito in Cesena, dii qual ho scripto di sopra. De li ditti, di 6, hore 21. Come era venuto uno di soi nontii mandati in Forlì per la praticha col castelan per darsi, qual li disse Valentino era retenuto dal papa. El qual castelan volse 8 dì di tempo di saper la verità, et prima volse ussir di rocha per saper se si diceva il vero. E inteso esser cussi, disse al nostro messo era contento dar quella rocha a la Signoria nostra ; e che fiorentini li ha promesso ducati 25 milia si la dano, et che compiti li 8 zorni, che sariano a dì 12, mandaria a formar li capitoli di darla a la Signoria nostra. Item, hanno che in la terra è sta ditto al signor Antonio Maria Ordelaphi si ’l non fa qualche provisione non voglino star cussi ; e che è tre parti in la terra una Chiesia, una di la Signoria nostra, ma pochi, e l’altra di quel Ordela-pho. E loro proveditori hanno spazzà loro messo ai Moraini, li primi de lì, quali sono quelli feno intrar in la terra ditto Ordelapho. De li messi hanno in Ymola, ni dal Manfron, hanno nulla. Item, come de lì è do colobrini roti, e il capitanio di le fantarie li ha ditto saria bon mandarne do altri bulasse ba-lote di lire 25 in 30, et 500 balote ; et cussi fo scrito a Ravena mandi lì a Faenza do colombrine di 1’ arti-larie li lo mandate di qui. Item, il conte di Pitiano li hanno scriplo quelli di Cesena voi balestrieri 50 in ajuto suo; li hanno risposo non li mandi. Item, quel palazo di Faenza è molto trislo; bisogna ripararlo ; voriano 200 taole. Di Ravena, di rectori, di 6. Come era venuto lì uno trombeta di Cesena a dimandarli il passo per 220 alemani et sguizari 50 stati lì per Valentino, quali hora che la terra à cridà : « Chiesia » voleno ritornar a caxa loro. Et consultato col conte di Pitiano, li hanno risposto esser contenti passano, ma 50 al zorno, e non alozi su quel territorio per non rumarlo. Item, hanno di Cesena la terra aver cridà : « Chiesia » e in la rocha esser intrato uno per nome dii papa; et intrato che fu, più il castelan over presidente era in la ditta non Ireva a la terra. In questa matina, per aricordo dii principe, stante le parole ditte al legato et eri in Pregadi, per