275 MCCCCClll, NOVEMBRE. 276 in la restilution ili Alexio, el il secretano rispose era nostro per li capitoli; e lui dixe il Signor lo voleva, e sopra questo fo assa’parole. El poi, tornati a dir di le cosse di Cataro, disse il sanzaeho quelli di Zupa do volte erano andati da lui in tempo di guerra a darli il charazo, ergo etc. Dii ditto, di 26, a Dulzigno. Come fo lì a quelli confini col sanzaeho, e si rimase in concordia etiam fra Marcovichj. Poi iterum replicò di Alexio, e do, erano con lui, disse esser stà presente a la Porta a la conclusimi di la paxe, e che l’era dii Signor. Lui secretarlo li disse era mal avanti di lui-dicesse questo, adeo il sanzaeho li rebufò et mandoli via. Item, li disse aver mandato uno homo a la Porta per saper la resolution dii Signor zercha Zupa etc., et crede che, abuta, manderà ditto Casoni o altri con la resolution a la Signoria nostra ; però prega la Signoria lo avisi quanto habi a far. Da Corfù, di quelli rectori. Come è gran carestia ; schalosie serate di Turchia e Sicilia ; non li resta se non di Cypro ; prega la Signoria li ajuti. Dii proveditor di l’armada, da Corfù, di 10. Che se li manda biscoti per l’armada e danari etc., e fo bai olà mandarli stera 1000 oltra li 500 fo bal-lotati prima. Di sier Piero Balbi, va luogotenente in Cypro, date a Corfù a dì 14. Come à ricevuto nostre con li ordini à fato sier Antonio Condolmer synico lì in Cypro; li observerà etc., et sopra tutto non lasserà trazer formenti, ma tutti manderà a Ve-netia per il gran bisogno come etiam lui sa; et aspeta tempo e con una galia si partirà per Cypro. Di Eiemagna, di V orator nostro, date a Cofpaira a dì 28. Come la matina mandò il suo secretarlo a saper la verità di la morte dii papa, e l’amico li disse la note li secretarj haveano expedito lettere al Cardinal di Prixenon va a Roma e aricorda la Signoria nostra fazi el nostro orator è in corte lo visiti; item, a domino Philiberto, qual etiam in itinere va a Roma, e a domino Francesco da Monti-bus è orator a Roma. Item, a Parchiducha et ad alcuni electori sui amici. Poi esso orator fo dal re. Soa majestà li disse: « Domine orator, seti stato in Germania a tempo di la morte e creatione di uno papa? » mostrando non dolersi di tal morte, nè per questo desister di voler andar a incoronarsi, di la qual cossa à tutto il pensier suo, e verà con gran zente. Imo à inteso è contento di tal iporte dii papa, e che à saputo era tato francese mediante Roan. Item, continue vien preti e frati di continue da Roma a dir vengi a tal incoronatone, et è aspectato con gran disio, li qual vien mandati dal Cardinal Ascanio. 128 Di l’antedito orator, date ivi a dì 30. Come fo a veder volar falconi col re, et esso orator disse a soa majestà la Signoria ne manderia a donar. Li piaque assai, et si retene la brena cavalchando, eh’ è cossa di raro suol far, per udirlo. Item, scrive si la Signoria li voi mandar, li manderà a tuor con poca spexa. Item, è zonto lì a la corte domino Paulo Li-testener, per trovar danari per l’andata dii re a Roma. A ricevuto nostre di 12; sarà col re, videlicet aver salvoconduto per sier Zuan Badoer vien di Hongaria. Di Biva, di sier Vetor Pixani proveditor. Voria Irata di formenti, perchè non ne hanno e patiscono assai. Di Mestre, di sier Alvixe Falier podestà et capitanio. Come certi ladri è intrati per forza in la caxa di Nicolò Frizier, et li à robato ducati 300, zoje e arzenti per ducati 700 etc., ut in litteris. Dimanda autorità di darli taja. Fo expedili do bombardieri in campo, Marco Se- ler et......et altre provisione, videlicet manda artilarie etc. Da poi disnar fo Pregadi. Fu posto per loro savj scriver a Roma una bona lettera a P orator, ringracii il papa di le dolze parole, offerendosi ad omnia. Item, un’ altra a ditto orator, avisarli havemo auto Faenza, zoè la rocha; la terra è renitente, tamen semo deliberati averla, perchè fiorentini voleno aju-tar uno Francescheto spurio etc. Item, li fo scrito di Fan, che quelli veneno a richieder esser solo la Signoria. Li aceptasemo, tamen poi creato papa su-speseno loro di darsi. Item, per mezo dii ducha ili Urbin praticismo di aver Rimano con darli ricompenso a quel signor Pandolfo; sichè di lutto l’habia-mo advisato, acciò si ’l papa ne parli, sia advisato a responde rii. Fu posto per sier Domenego Bolani consier e alcuni savj dii Colegio, dar licentia al ducha di Urbin vadi a Roma, chiamalo dal papa ; ma mandi le zente soe in campo. El il principe intrò in questa opinion con li consieri e cai, con questo si li lassi balestrieri 50 con lui. Sier Marco Antonio Morexini cavalier procuralor e sier Antonio Trun savj dii Consejo, non volseno darli; et sier Marco Bolani savio dii Consejo contradise. dicendo non si desse licentia per le cosse di Faenza. Non li fo risposto: una non sincera, 6 del Morexini e Trun, 38 sicr Marco Bolani, 120 el principe. Fo posto per sier Domenego Bolani consier, sier