17'» MCCCCCIII, bonctiè prima l’avesse septia a booha por un messo ili I’ arcliiduClia ohe vene da la principessa; el li doleva lai morte, perdio sperava saria sta con lui. Item, di le zente francese a Salz, il re dice horamai è sta tanto che non le stima, e à comandato al ducila di Alva vadi con l’exercito di là di Salz contra francesi. Di Eiemagna, di sier Alvixe Mocenigo orator nostro, date a Yspurch, do lettere, a dì 11 et 13. Come à poco di momento di scriver. 11 re acompagnò l’archiducha 4 lighe, poi tornò; dè licentia a li oratori et signori, et andò a soi piaceri li intorno. Li à mandato a dir a lui orator, presto rilorneria a Yspurch. Item, clic domino Philiberto va orator a Roma, et il cardinal prixinense etiam vi anderà per dar forma a la incoronatione dii re; ma lai andata non sarà avanti la fin di zener. Item, che in Franza era morto il marchese di Rotolili, (Fove è stato assa’ anni. A via il stato apresso il conta' di Fereto e di sguizari ; à lassa una fia unieha da maridar; si judica per tal morie in li stati seguirà qualche disturbo. Item, che à inteso a Bruges esser morto sier Alberto Contarini consolo nostro al qual havia drezato li; lettere dii levar di la represaja, ma vedorà scriver ad altri. Conclude di qua avanti li mancherà il scriver, et anderà sequen-do il re dove soa nwjestà anderà. A dì 17 octubrio. In Colegio. Non fo loto alcuna lettera per non vi esser de iinportantia, et fonno zercha Marco Rizo secretano dii zeneral Pexaro, qual zà zorni 73 è in camera. Et parlò per lui domino Francesco Fazuol avochato, pregando la Signoria facesse li avogndori venisse al Consejo a far fusse terminato s’il è ben retenulo o non, rilento la parte solum diceva fusse mandà di (|ui soto custodia e comosso a li avogadori ; il qual Marco stava malissimo etc. E a l’incontro, parlò sier Zorzi Lore-dan avogador, dicendo non bisognava altro; ben era vero ohe ’l non lo podeva cologiar senza il Consejo, e havia mandà a Corfù a far processi, e che voria, el ohe per le cosse I’ ha li bastava a- retenir dieci zentilomeni. Poi parlò sier Marco Sanudo consier, dicendo era suo olicio venir in Pregadi e meter el fusse ben ritenuto; e quasi luto il Colegio senti. E sier Antonio Trun savio dii Consejo, disse che sier Zorzi Loredan non si doveva impazar, perchè tulli dice che ’l fa perchè a Marco Loredan il zeneral li fè tajar la testa. E sopra questo fo gran remor in Colegio, adeo nihil conclusimi. E sier Piero di Prioli avogador, galani disse bisognava venir al Consejo. Vene domino Filippo Delio doclor pavese, leze OTTOBRE. 17(1 za do anni a Padoa in leze con salario di ducati 400 d’oro, dicendo tacite voria augumento. Parlò lungamente etc. Vene il rector di scolari todescho, jurista, dicendo havia di aricordar molte cosse, et fo rimesso a li savii dii Consejo. Tuta via volea non si comen-zasse il principio dii studio da poi San Lucha, come voi la parte. E a questo li fo ditto havesse pacien-lia, perchè cussi voi le leze. Da Conejan, di Pantasilea di Bajoni mo-jer dii signor Bortolo d’Alviano. Ringralia la Signoria de 11 ducati 300 datoli, et di la paga baio-tata ; dice sempre il signor suo sarà schiavo. Da poi disnar fo Pregadi, et vene le infrascriptc lettere di gran importanlia, adeo, avanti fosseno lede al Pregadi, el principe si levò dicendo la deli -beration di l’altro zorno in materia Ursinorum era sta saputa, e che l’orator di Spagna vene a rin-gratiar la Signoria, tacite etiam quel di Franza si vene a doler; pregando si lenisse secreto per la gran importanza di quelle, e ohe si niun diceva, saria punito. Et disse ohe, hessendo savio ai ordeni, vene una ambassata di Fiorenza c fo dà sacramento al Colegio, e venuto a caxa suo padre, era di Pregadi, li dimandò; disse avia auto sacramento et suo padre li disse: « Non dir niente ». Da Roma, di V orator, sic lettere. In la prima, di 11, chome l’abate d’Alviano, avanti intrassc concistorio, fo dal papa et scusò suo fratello etc. 11 papa rispose dolcemente, e che voleva si deponesse le arme, e faria raxon a chi 1’ havesse. Et ozi il duella a la sua caxa è stato in armo, con li cavali con la lanza su la cossa et homeni con olmeti in testa, adeo ha fato mormorar a li cardinali andavano in concistorio. E poi la sera, el magnifico Bortolo d’Alviano, acompagnato da la guarda dii papa che lo vene a levar, andò dal papa et steteno assa’ in co-loquio, et P Alviano dolendosi dii ducha. E il papa disse li volea far raxon sumaria, si in civil come in criminal ; et che se diponi le arme etc. Poi el ditto andò dal cardinal Roan a visitarlo, qual li oferse soldo por il roy. Rispose è servitor di la Signoria nostra. Dcmurn. vene a caxa di P oralor nostro, na-rando quanto havia fato ozi. El qual oralor havia ricevuto le nostre prime lettore etc., e li disse il te-nor di quelle, qual disse: « Basta, intendo il voler di la .Signoria ben che non lo diziatc chiaro » e disse che dovea andar da P orator yspano. Concluse sempre sarà servitor di la Signoria, dicendo : « È bon luor quel si poi per poter meglio servir la Signoria ». Item, ozi in concistorio il papa ha rizerehato li car-