82!) MCCCCCIV, FEBBRAJO. ogi il reverendo jauriense mandò per Ini, dove ritrovò etiam li duo oratori mandali per il re per la re-stitution di beni tolti a Iragurini, quali erano ritornali. E li disse: « Domine secretario, la majestà regia non ha potuto avanti per el caso ocorso aldir questi soi oratori ritornali di Scardona, et questa matina con el suo consiglio li ha uditi, e si duol di la Signoria, che hessendo stà con li oratori di la Signoria concluso mandar oratori a udir judicar e terminar sopra le diferentie di damili, li reclori di Zara mandono missier Piero Sagredo conte senza mandato di la Signoria. Però vi exorta scriviate a la Signoria prò comervationc mutua confadera tio-nis si statuissi il tempo e il luogo dove utrinque, si habi a mandar soi noncj e intender e judicar i danni de l’una parte e l’altra, e punir li delinquenti, e restituir i dannificati e proveder in futurum più non siegua etc. Et cussi li oratori releriteno il successo. Li rispose la Signoria havia justa causa di dolersi perchè li nostri subditi erano stà depredati, con molle raxon dilte. et hora si doveano veder di j i ire ; e che la Signoria non dovea mandar soi oratori, dove non si dovea disputar di jurisdition di confini etc., ma solum far una execution ; e il conte di Zara che andò, fo per significar el danno e non per disputar, aducendo molte raxon ut in litteris, et però non bisognava più mandar oratori. Li conclu-seno : in Consilio sicdeliberatimi fuit, nonpotest revocavi etc. Item, il re è assa’ben rehauto, per quanto dicono. La gota li dà fastidio. La regina ha pur voluto contra la opinion dii re andar a piedi a Santa Maria Biancha, tamen ha mitigato el voto, che da piedi nudi, è andata calciata. Item, è gioliti do oratori dii re di romani li, e non avendosi inteso la soa venuta, niun li andò contra. Et ogi li ha visitati eie. Dii ditto, di 24. Come, in quella malina, la regina mandò per missier Luca suo maestro di caxa a dirli che li andasse a parlar, e cussi andoe e ritrovò che l’andava a messa. La qual disse: « Secretario, ancor io sii certa che habiate seriplo al mio serenissimo compare el star del signor re come ve dissi, pur, aziò che con certeza lo possiate testificar, ho diliberato che, da poi la majestà sua liaverà disnato, che ’l non ne sarano prelati nè baroni in corte, veniale con me sola a la domestica, senza laute demon-stration di honori a visitar e veder la majestà sua, aziochò tutta quella serenissima Signoria participi di la consolation de mi sua figlia ; avisandovi, ehe havendo inteso ehe questi giorni volevi venir a corte per questo effecto, son stà causa sia differito, perchè io ho voluto esser el mezo, e come quella a chi più toelia, mostrarvi le alegreze mie ». Li rispose de. con amorcvol demonstration, e a l’hora deputala, m usi gnor de Malach e lui e prima soa majestà, per alcuni lochi secreti andono dal re, qual era in piedi in una stuffa molto calda e accompagnato solum da zercha 10 sui familiari. E intrati, (aioli riverenlia, la regina si acostò a lui inmediate, e li porse la man sinistra a basar per haver la dexlra ligata per la gota. Or si congratulò per nome di la Signoria nostra dii suo star bene; e dii dolor auto; .e che havia serito il star bene, eie. El re li rispose poche parole, e non intese se non un rauco sono còn uno mover di borila difficultoso e non conveniente; e ben che I’ havesse la barba, pur si comprendeva in tutto la bocha non era riduta et odebat de unguenti. La regina prudente, vista la dificultà dii parlar, si voltòe disse : « Porsi non intendete », e disse sua majestà ringra-tia assai el serenissimo compare et la illustrissima Signoria. Et il re poi disse borbotando: « Evasimus maximum, periculum ». Poi si voltò verso la regina, e li cigno l’andasse a disnar; ma lei si acostò e li disse in francese : « Diteli di 10 milia ducali che me donate. » E ’l re poi disse : « Sumus contenti quod 4(io prima rata qua veniet decem milia ducatornm, detur et respondeatur serenissima regina ». El cussi tolseno licentia. Conclude, il re sta meglio in fama cha in effecto; e li medici affirmanoche si non se guarderà, se ne pentirà. Item, la raina lo pregò la Signoria li mandasse uno papagà bianchò, perchè il re grandemente si dileda, et lei ne vuol far uno presente, e li disse : « Scrivete al mio carissimo compare, che opinino me fazi questo presente ; e si liso baldeza, l’è honesto, perche son ben sua figlia». Item, il re ogi à creato dispoti di Servia missier Janus Berislo fratello di missier Piero ritornato orator da Scardona per li danni etc., e si dice torà-per moglie la dona die fu dii dispoti morto. Item, li oratori alemani ogi sono parliti; si dice per conlini etc. Item, il reverendo jauriense ogi li à mandato a dir la Signoria voy risponder quello la vuol far zercha li damnifìchati etc. Item, manda la lettera di ducati 10 milia concessi a la raina per il re, solo serita di sua man. Dice : « Vìadislaus Dei gratia rex Ilungaria et Boemia etc, illustrissimo principi et domino Laurentio Lauredano Venetiarum duci, a,miro nostro carissimo, salutem et prospero* ad vota successus. Del ditto secretario, di 24. Zercha queste page di ducali 10 milia per la regina; e si pagi a li Focher, pregando assai ut in litteris. E zercha li