861 mccccciv, ditte terre aquistade in man dii roy etc. E confortava a lar liga Fiorenza, Siena, Lucha, Bologna, Ferara e Mantoa a conservation loro, e che il roy li daria la protetione etc. ; la copia dii qual capitolo in francese e latin 1’ averà et lo manderà. Item, di la pace con Spagna, e di Spagna non zè nulla ; si tien non sequirà. Lì è tre oratori dii re di rómani. Non hanno ancora auto audientia ; diman l’averano. Di la soa venuta, si dice per ajutar la conclusion di la pace, e si aspeta uno di l’archiducha, licet scrivesse el fusse zonto; ma fu il terzo orator dii re di romani. Item, è lettere di Zenoa, come quelli (delle Compere) di San Zorzi hanno mandato da’ pisani a dirli che, volendo, se acorderano insieme con li capitoli haveano prima, per conservation di quelle ■ doe citade. Dii ditto orator, di 4, hore 3 di note. Come fo dal re, qual era in lóto. Scrive coloquj abuli. e che voria la Signoria si quietasse col papa ; che assai questo desidera. E si ha alterato et assa’ con l’orator pontifìcio in favor di la Signoria nostra, e scrito al papa in zifra sotoscrito di sua mano; et che l’ora-tor li ha ditto la Signoria aver tolto la rocha di Cesena, et alcuni lochi soto Ymola. Et l’orator li rispose non era vero; e dimandando la intention di soa majestà, disse per il papa non esser per romper l’a-lianza ni far alcuna cossa contra la Signoria nostra, dicendo : « Il papa sa ben la intention nostra ; ben voria si avesse bona intelligenlia insieme col papa ». E à scrito a le so’ zente erano in reame ritornino in Franza, e concludendo che ’l voria si acordasse le cosse, dicendo : « Scrive a la Signoria, mai li romperò etc. ». E l’orator li rispose dicendo le justifi-chation di le raxon di la Signoria nostra, e come quella voi tenir quelle terre a benefìcio di la Chiesia. Disse il re : « Saremo neutral etc. » Poi esso orator scrive che il re lenirà in speranza il papa per le cosse di Spigna e dii re di romani, che loro non si acordi etc. ut in litteris, molto bona. Dii ditto, di 5. Come, hessendo lì alcuni nontj de’ sguizari, è stà expediti, e à inteso è solum di uno •di cantoni, videlicet Solfre. Et che monsignor di Rius andò orator a’ sguizari il primo di zener, è ritornato con questa resolutione, che hanno risposto a li oratori dii re di romani non voler darli fanti, per esser morti da 10 anni in qua 12 milia. Itevi, che quando il roy ne vorà, li darano ; ma voleno loro capi darli, e non che ’l baly dii Degiun sia quello li fazi, come fece mo un’ anno. Tamen, par Berna con 4 cantoni hanno refudà le pension ha dal roy, e volano unirsi insieme e star in libertà, et ogi dieno far febbraio. 862 una dieta etc. Item, fo dui re. Scrive altri coloquj abuti di oratori cesarei venuti per ajutar la pace, e dia venir uno di l’archiducha. E disse 1’ orator di l’andata in Italia di esso re si nulla si habia dilto. Rispose di no, ma ben l’havia inteso questo di Eiemagna ; ma che la discordia tra il Conte Palaliuo e ducha Alberto di Baviera non lo lasserà venir ; e pur venendo, soa majestà verà a Milan in persona, dove à 1!)00 lanze, et ne menerà altre 600 e fanti e si corn erà coniar insieme. Item, li disse aver su -speso le intrate à il Cardinal Ascanio sul stado di Milano, non per tuorle, ma acciò che stagi quieto e non fazi novità etc. Dii ditto, di 5, hore do di noie. Come fo dal Cardinal Roan. Scrive coloquj abuti insieme, e to-chato far nova intelligentia tra il papa, il roy e la Signoria nostra. E disse il roy mai romperia a la Signoria; e si ben a tempo di Alexandro fo qual cossa, era per aver favor dii reame che hora man-cha; e confìrmò quello disse if roy dii bon voler di 416 soa majestà verso la Signoria nostra. Poi l’orator volse justifichar la Signoria per la nave di formen-ti etc. a Corfù. Disse, e di le cosse de missier Acur-sio, non si leze quasi sue lettere, perchè da quelle non si poi far alcun fondamento. Dii ditto, di 6. Item, il roy, a requisition dii papa, mandò uno varleto di camera a Pisa a exor-tarli si desseno al papa. Qual ritornato, li hanno risposo che hanno più volte voluto esser di soa majestà e non li ha voluti aceptar, et che hora hanno preso partito e dato la fede. E si tien de lì siano per la Signoria nostra. Item, quelli generali dii regno atendono a trovar danari e scuoder le taje, e voleno far 20 milia fanti, tra li qual 10 milia sguizari, il resto picardi e normandi, per mandarli a li confini di Zenoa e Milan; e manderà di qua da’ monti 500 lanze, per volerne avere 1000 lanze in milanese. Item, Roan è molto contrario a missier Acursio, imo suo nepote Cardinal, che ha tolto il possesso di la lega-tion di Avignone, par habi tolto uno castello leniva esso domino Acursio nominato Opeda solo Avignon, el qual papa Alexandro ge-lo dete et investì; e lo agente ili ditto domino Acursio è stà da lui orator a pregar parli a Roan. Lui non ha voluto senza bordine nostro ; et che Roan à dillo voi levarlo di qui et mandar uno altro orator. Item, esso orator scrive per dieta cavalchata, et prega sia electo e mandato il suo successor. Da Milan, dii secretario, di 13. Come el gran maestro è in novarese, et domino Antonio Maria Palavisino va in Franza.