10G5 MCCCCCIV, MARZO. 10GG intender non voleva haver a fare con loro. El capitanio, turbato, con molti argumenti de minaze tentava di conciliarse ; {ma) non potendo haver suo intento se stimò a la vendeta e prese 17 pescatori e li fece apichare, et poi li separò le braze e i piedi dal corpo e li fece butare su la marina ; con le nave se acostò a la terra et bombardano un giorno et una nocte ; ruinò la casa del re che era apresso la marina ; judicha la terra fece qualche danno. Stima, per li successi seguite da poi, el re immediate dete aviso a li signori de l’India confortandoli unirsi et far armata per prenderli; ma per intratenerli li fosse dato bone ' parole et speranza di darli il caricho. Andò a Chuzin e trovò 22 nave. Ilebbe bone parole acompagnate con dilatione di tempo. Parendo al capitanio esser menato a spasso, le partì e stete in corso 3 mexi, ne li quali el fo a Coloqut a bombardar. Una notte, li signori de l’India che insieme erano uniti e fatto una armata de 100 et più nave traete de suo’ trafegi, li trovò sul mare. Confidandosi ne le artilarie, et etiam per esser miglior de le vele, andò verso l’armata, ne prese do che se separò de le altre, e trovò haveano bombarde di ferro curte che trazeno pocho lontano, et li homeni senza arme, de li quali et de la nave feceno come in quella de’ mori. Conclude, se una grandissima fortuna non veniva etc. In questo Pregadi fu posto per li savj dii Consejo, che sier Francesco Morexini dotor et eavalier, va orator in Franza, parti immediate fato le feste, et sia suspesa certa lite à al zudegà di procurator con li procuratori etc. ; et sier Domenego Morexini procurator andò a la Signoria dicendo non si dovea suspender, e non fo ballota. Ancora è da saper, prima fosse leto le lettere, el principe fè la relation di le parole li disse 1’ orator yspano, qual havia auto lettere dii suo re e pregava la Signoria di Forlì et di Cesena non si dovesse im-pazar etc. Item, disse poi di uno forestier li vene a parlar voria strenzer praticha dii cardinal Ascanio con la Signoria nostra e sia rimesso in Milan. E commemorò che il signor di Padoa havia uno suo consier vechio, dii qual feva gran existimation ; or per certa causa li fece cavar gli ochi. Et poi vene la guerra ccn la Signoria nostra, et manchando di consieri, fo aricordato el chiamasse el tal gran praticho orbo, che adirne vivea. Lo chiamò, e quello lo consigliò a difendersi gajardemente e tuor li calesi e le croci e patene di le chiesie e far danari, che fono da ducati 60 milia. Et cussi fece il signor. Et partito da lui, disse: « Ilo voluto dar questo consejo al ditto signor I Diarii di M. Sanuto. — Tom. V. acciò Dio li sia contrario, dal qual non si potrà reparar ». Et cussi di breve perse il stato, ergo etc. Da poi licentiato Pregadi, restò Consejo di X suso con zonta di Colegio et di Roma, credo in materia di Forlì etc. A dì ultimo marzo. Fo la domenega di l’olivo. El principe vene in chiesia con il legato et orator di Ferara. Et poi Colegio non si reduse, ma vene lettere dii segretario di Milan di 27, et di sier Marco Dandolo dotor et eavalier orator nostro in Franza, date in eastel di San Lorenzo a dì 22 ditto, et non fo lecte. Da poi disnar, fo prediehato a San Marco per il piovan di San Raphael. Oravit seilicet, non prce-dicavit, et poi Colegio non si reduse. Aduncha in nome de Dio Eterno, ogi ho compito 1‘ oficio mio di ordeni, nel qual son stato 6 volte, A mexi 6 per volta, vien esser 3 anni. Ho posto assa’-parte tutte a beneficio publico, e lutto quel ho visto e inteso ho notado, et cussi di qui indriedo arò quiete e atenderò a quello dice: nil melius est quam bene vivere et Icetari. Rectori in quest’ anno, marzo 1501. Padoa. Sier Zorzi Corner eavalier, Sier Polo Trivixan eavalier. Verona. Sier Piero Contarmi, Sier Francesco Mozenigo. Vicenza, Sier Alvixe Zorzi, Sier Domenigo Pixani eavalier. Ruigo. Sier Andrea Erizo, Brexa. Sier Andrea Loredan, Sier Hironimo Bembo. Bergamo. Sier Alvixe Capello, Sier Zorzi Pixani dotor et eavalier. 68