579 MCCCCCI11, DICE»I5H K. contenti via. Or consultalo, parlò sier Alvise da Molin, sier Piero Capello el io, el terminato farli dir per Zorzi Francho sono capitoli inhonesti ; et che li mitigano, et doy di loro rimagnino qui. Veneno li capi di creditori dii banco di Lipoma-ni, e molti creditori etiam intrò. Essi Lipomani, e sier Polo Contarini, uno di capi, si dolse haviano inteso si volea metter certa parte contra di loro in favor di Lipomani, cargandoli assai, el per haver parenti in Colegio, fano eie. Et che sier Antonio Trun dovea dar due. 5000. El qual sier Antonio si levò suso con colera, e li rispose non era vero. Or poi li rispose sier Hironimo Lipomano, et il principe disse saria bon le parte venisse in Pregadi, volendosi meter parte alcuna. Et cussi fo ditto di f .r. In questa matina non fo alcuna lettera ; solum una di rectori di Padoa, come quel rector alemano era partito, nè si sapeva dove andato fusse, videlicet jurista. Hanno mandato da suo padre, sta in uno castello apresso Trento, e non sa dove el sia. Lassò vice rector domino Michiel di Pelegrini veronese, qual per le leze non poi esser, per tochar questo anno a uno oltramontano. Or hanno li scolari electo uno altro oltramontano in vice rector, qual lo nomina ; però prega la Signoria lo confermi. Da poi disnar, fo Consejo di X con zonta di Colegio ed allri, e tra le altre cosse preseno che li so-pracomiti potesseno luor debitori di le 30 el 40 per 100 per i soi crediti per le ancianità, videlicet quelli del 1500 in là etc., ut in parte. Di Tussignan, fo lettere di 18. Come, per uno vien de Imola, ha inteso il governador ili quella terra haver ordinato, che quelli di Fontana restituisca le robe hanno in salvo di quelli di Tussignano, excepto a quelli hanno rebellato da Fontana e aderitosi a la illustrissima Signoria nostra. Item, lì ha in salvo di quelli de Imola e Fontana cercha 1500 corbe di tormento, et hessendo richieste, dimanda a la Signoria 275 esso proveditor qual habi a far. A dì 21 dezembrio. In Colegio, fo San Thomà, veneno I’ orator dii ducha Zuan Corvino et 1’ orator dii valacho di Moldavia. E sentati apresso il principe, per via di do interpreti, quel di Moldavia expose la sua imbasnta, mandando a saludar la serenila dii principe e la Signoria da parte di ditto valacho et suo fiol; et che per la malattia sua, pregava la Signoria li desse uno medicho, perchè maistro Mathio che vi andò è morto; e lo voi ben pagar e condurlo a so spexe. Poi disse quanto ditto valacho havia fato contra turchi in favor di la christianilà et di la Signoria nostra, et più era per far achadendo il biso- gno. Et presentò tre lettere; una di credenza ; l’altra dii re di Hongaria, e la terza di 1’ orator nostro in Hongaria. El principe li fé risponder lo vedeva volentieri, e si vederia dir al Colegio di medici ne man-desse uno, e che .col sangue polendo lo voria varir. Et dimandato dii mal, disse de li piedi e di le man non si poteva mover ni ajutar ; dii resto sta ben ; zà li fo falò conscglio di medici di Padoa etc. Copia di una lettera dii valacho di Moldavia a la Signoria nostra. Slephanus Dei gratia heeresdominusque terree, vayvoda Moldaviee, salutem ac sincera; dilectionis affectum. Notum facimus v est ree excellentiee, quemadmo-dum, et vestra excellentia scire poterit, quia mol-tocies ad vestram excellentiam nostros homines misimus prò medicis. Tempore item elapso, ad vestram excellentiam prò uno medico miseramus, quem quidem medicum eadem vestra excellentia nobis transmisit; sed idem medicus ad nos egrotus pervenit, ita ut nobis nihil proficere poluit, quem in eadem infìrmitate diem clausit ; idcirco de hoc vestram excellentiam nos multimi regratiamus, bono-que nomine ab eadem vestra excellentia accepimus. Quare et nunc misimus ad eamdem nostrum hominem Theodorum nomine cubicularium nostrum, pe-tentem admodum vestram excellentiam ut nobis inittere dignet eadem vestra excellentia unum medicum ad tempus, quousque vestra excellentia vo-luerit, qui, nostra eegritudine, nos juvare ac sanari posset, in quo nobis eadem vestra excellentia rem pergratissimam exhibebit, quantoque a modo ab eadem vestra excellentia suscipimus. Quem quidam medicum nos peroptime, pacifìce ac honorifiee tra-clemus, ac nutriemus ; cumque vero repatriare vo-luerit, eumdem iterum honorifiee ac cum pace emit-ternus, et redire permitti faciemusad propria. Quic-quid vero preedictus homo noster eidem vestree excellentiee ex parte nostri duxerit declarandum, eidem fidem adhibere dignemini creditivam, quo-niam verba noslra sunt. Data in castro nostro Zuchaniensi, die dominico ante l'estam Galli episcopi, videlicet trigesima mensis octobris, anno Domini millesimo quingentesimo terlio. A tergo: Illustri et excelso domino Leonardo Lauredano Dei gratia duci Venetiarum, amico nobis dilecto. 27