599 mccccciii, i vedesse di far che l’agà andasse a la Porta a dir come el vegniva l’inverno, e che non havea nè in pe’, né indosso, e che scoravano pericolo de morir ; et che l’era necessario li fosse provisto de drapi; et che ’l dica era qualeheuno havia la so taja in hordine. Et Chosain andò a la Porla per questo; non potè parlar; da poi andò da \chmet bassà, e dis-seli questo. El bassa rispose: « Vedi quelli hanno taja e vien a la Porla, che mi farò arz ». Sichè vederà di meter la cossa dii Polani avanti, e reusendo, me-terà la cossa di sier Vicenzo Pasqualigo e farà ogni opera. Da poi disnar, fo Consejo di X per spazar preso-nieri, et Colegio si recluse a consullar li capitoli di oratori di Rimino; el vene lettere di Hbngaria. 11 su-283 * mario lo dirò poi. A dì 24 degembrto. In Colegio. Vene sier Nicolò Dollin, fo synicho in Albania, dicendo li fo co-mesSo etiam per la Signoria el synicha’ di Zara, et fece alcuni ordeni a quella camera, perchè li danari di la Signoria erano mal ministrati; et partito lui, sier Piero Sagredo et sier Francesco Contarini rectori, iterum ritornò ditte partale, eli’ è cossa mal fatta. Item, certi danari dii Chcrso, che il sorabon-dante vien mandà lì, quelli rectori li havia consegna ad alcune bolete vocine. Adeo il principe fo caldissimo, el fo ordinà per Colegio una lettera a dicti novi rectori, che retratino tulle le partide eie. La qual lettera esso sier Nicolò Dollin la ordinò, et Nicolò Aurelio la scrisse. Vene domino Hironimo Maserio da Forlì, qual fo conduto a lezer Immanità in loco di Zorzi Valla baiolato l’ultimo Pregadi; et venne con assa’ zentilhomeni e scolari in compagnia, et fece una oratione temporanea ringratiando la Signoria di averlo con duto; promete operar, sichè farà satisfatene ali audienli. El principe li usò bone parole, laudandolo assai, et che lezesse. Veneno tre oratori di Bressa, videlicet el conte Vetor di Marlinengo zentilhomo nostro, domino Alexandro di Provai el cavalier, et domino Piero Porzelaga dolor. E il terzo parlò, presentato lettere di credenza di sier Andrea Loredan podestà et di la comunità. Poi disse erano venuti qui cojitra Marco Negro per la inzuria fata a la comunità, per il schiavo dete a domino Lodovico Nasino loro oratore; per la 2.“ contro domino Paulo da Fuligno fo cao dii maleficio di sier Piero- Capello olim podestà de lì, el qual è stà per li syndici intromesso e fato processo di 200 carte, et par la cità elezesse alcuni citadini a questo. Or lui à dà querele conira di loro dickmbre. 600 a F avogaria ; però la cità si duol, perchè niun potrà più parlar in favor di la terra. Item, cargo Marco Negro haver ditto contra la terra de infidelità, el lo disse a domino Bonfante, vi-chario dii presente podestà. El principe li rispose saviamente, che per la cossa di Marco Negro non bisognava venisseno qui, perchè zà era stà retenuto per il Consejo di X ; et di la fede di Brexa non aclia-deva parlar, experimentada eie. ; et di quel da Fuligno, che li avogadori non dovea tuor prove conira quello havia formà li synici ; et che era stà e synicho e avogador, et che per do vie si procede, over per li conseglj, over per li capitoli eie., et che si prevederla. Sichè essi oratori partino satisfati. Di Roma, di V orator, di 16. Come fo dal Cardinal San Zorzi. Scrive coloquj abuti ; non è venula risposta di le roche per li contrasegui mandati, e che è avisato la Signoria fa et è causa per averle lei ; sichè esso Cardinal voria esser fuori di averle o a una via o 1’ altra, acciò podesse parlar in favor di la Signoria. E l’orator li rispose : si ’l papa volesse, la Signoria lo ajuteria averle. Poi scrive saria bon difìcultarle, come avanti scrisse. Dii ditto, di 17. Come fo dal Cardinal di Napoli. Li disse aver avisi, ma non certi, che spagnoli erano levati e andati a Sessa, lassato nel campo assa’ roba ; el che francesi li erano da driedo, e preso al- 284 cuni chariazi dii signor Prospero. Etiam questo l’ha per altra via inteso ; tamen, si dice francesi non hanno campo, et però non poi esser; ma che spagnoli sono andati a Sessa per li tempi crudi. Item, di pace si parla tra essi reali, et però da’ francesi in capella dii papa, et di oratori yspani zonti al roy, et che ’l reame sarà dato a re Fedrico. Etiam dicono alcuni sta pace è contra la Signoria nostra ; e lui orator li lassa dir et nulla li risponde. Item, el prefato Cardinal di Napoli ricomandò suo nepote episcopo di Rimano, e introno a parlar di le cosse di Romagna ; e 1’ orator lo pregò dovesse ajutar la Signoria nostra, quando l’achadeva, con molte parole. El qual rispose lo faria, riservato 1’ honor di la sedia ecclesiasticha e la sua conscientia, havendo però rispetto a la Signoria nostra. Item, esso orator avisa esser stà retenuto uno Asquino da Coloredo, era di casa dii Cardinal Michiel, et examinato per l’auditor di camera dii papa. Et è fuziti uno altro came-rier e il chuogo; e si dice questo à confessato aver losegalo ditto Cardinal ; sichè la cossa è assa’ chiara et porterà la penna. E li cardinali yspani lo ajuta per honordil pupa Alexandro; tamen, si dice qualeheuno di loro fo consejo di queslo.