949 MCCCCCIV, MARZO. 950 Et il prncipe lo chiamò dentro, dicendo quello li manchava ; et che, solum le decime del clero, tutto havia auto et si scriveria di questo a Padoa avisa se. Vene il secretario dii signor di Pexaro nominato Bernardo Monaldo, et presentò una lettera dii suo signor data a Roma a dì 21. Et avanti el parlasse, el principe li disse la cossa. videlicet di le barche ar-made, e quello si havia scrito che ben si. portasse con Pexaro. Tuttavia, che etiam Pexaro non lassasse far contrabandi, comemorando certa barcha di corami di legna presa in mar, qual si salvò in porlo di Pexaro. Da Roma, venute a hure . ... nel levar dii Colegio, date a dì 28. Come ogi è stato concistorio per udir li oratori zenoesi, quali andono a l’audientia honorifice con assa’ zoje, e quasi tutti con zo-jelli sulla bareta. Item, poi disnar, lui orator fu dal papa et comunichò le nostre lettere, et li lexè quella di 20 juxta li mandati. Li piaque assai al papa, dicendo è bone lettere che la Signoria non se impazi de Forlì ; et che dii conte di Pitiano etiam havia auto lettere, e che non faria etc., e crede sia per volontà di la Signoria. Item, di Brixigelìe nulla disse, solum che quelli di Forlì sono renitenti ; et che voi haverlo omnino per forza, poiché essi non hanno favor di la Signoria noslra. Item, che slava fido su le parole ditte per esso orator zercha Forlì. Dii ditto, di 29. Come il cardinal Salerno lo mandò a chiamar che ’l papa li volea parlar, e cussi andato, Irovò do messi di caslelani di Cesena e Ber-tonoro quali erano lì, et aspectò perchè ogni zorno il papa dorme do hore da poi disnar. Or trovò lì el cardinal Monreal et Capaze. E intrati dal papa, era uno secretario dii Cardinal Sancta Croxe, qual solicitava la relaxation dii ducha Valentino e contrastava col papa, e il papa diceva voleva prima le roche, e lui diceva quella di Forlì non era in poter di Valentino. El papa disse : « L’aremo, poiché senio seguri di la Signoria di Venecia ». Or chiamati li tre cardinali, uditeno li nontj di do caslelani preditti, quali etiam voleano la liberalion di Valen- 461 * tino, e il papa con colera li disse : « Andate via; datevi a’ venitiani o al Turcho, a chi l’avete voluto darle ma non 1’ anno volute etc ». El poi expediti, chiamò l’orator predicto nostro, dicendo : « Eri ne dicesti di Forlì etc., vossamo questo medemo voler di la Signoria scrivessi a quelli nostri di Romagna, e a 1’ arziepiscopo di Ragusi in conformità ». Et 1’ orator rispose con savie raxon non poder senza licentia di la Signoria ; et il papa rimase satisfato, et concluse dovesse scriver a la Signoria. Poi intrò li oratori zenoesi, et il papa stete in sedia pontifichal ivi preparata preeter consuetum. Dii ditto, di 29, hore 4 di note. Come nel ussir fuora dii papa, era il signor Conslanlin Cominato con li altri do oratori cesarei et li oratori yspani. Et scrìve coloquj abuti col signor Conslanlin di l’amor porta a la Signoria, e voria trovar modo di adatar le diferentie col papa. E dimandò in che secretario dii papa più esso orator si confidava, e/he non si dovesseno parlar tropo per non dar suspeto, tamen faria eie. Poi, domino Lucha di Renaldi, l’altro orator, parloe che ’l prefato domino Constantin Comi-nato faria bona opera col papa per la Signoria nostra. Dii ditto, di primo marzo, hore 20. Scrive coloquj abuti, che si scontrò nel cardinal San Zorzi, zercha Forlì, e che ’l papa è satisfato di la Signoria, pur voria li danari non fosse trati di Venezia da esser dati al castelan. El’orator li rispose : « Venetia è libera », e lui cardinal disse « Fiorentini pur hanno obviato ». Poi disse, é bon la Signoria restituissa le terre immediate di la Chiesia al papa, aliter mai si conzerà le cosse. Item, uno canzelier di missier Zuan Bentivoy poi li parlò, dicendo el Cardinal di Bologna aver lettere di Lion, che il cardinal Roan con li oratori cesarei erano stali a dì 20 in streta praticha e conclusion di liga con il re di romani e il roy, e che l’orator veneto si alterò etc. Poi disse che missier Zuane voria meter con la Signoria nostra a stipendio suo fiol domino Alexandro, qual è vassallo nostro per le terre l’ha in Geradada etc. Item, di uno, qual nomina in le lettere, voria venir a soldo di la Signoria nostra con 1000 fanti e certi cavalli, et si dimandi di lui a sier Piero Marcello. Dii ditto, di primo, hore 3 di note. Come el dito canzelier di Bologna li à fato intender el papa haver contentà a domino fonstantin orator cesareo, di dar al re suo li danari di la cruciata, e ha dato la legation di Alemagna al cardinal brixinense, e li manda el capello per domino Mariano di Perosa, e 1’ ha exortà a venir a incoronarsi esso re e recuperar per la Chiesia le terre erano di quella. Sichè il papa non resta far quel el poi ; e si afalicha in adatar pisani con fiorentini; et si aspecta do oratori pisani a Roma ; sichè careza il papa molto fiorentini. Et par essi fiorentini voleno reslituir le l'acuità tolte a’ Medici, et 462 Bernardo Bibiena li ha dillo che, poi la morte di Piero de’ Medici, fiorentini voleno restituir a’Medici la facilità loro. Item, manda lettere dii consolo di Napoli di 24, et tamen à aviso di 26 che nulla dice dii publichar di le trieve, imo Franzeto, volea venir