¡68 DE’ FATTI VENETI. fe accettato, veni [¡e fupplito, e quand'anche fupplito, fappiama pur troppo noi, che farebbe vn refrigerio ad allungarci la vita\ allungarci i tormenti. Chi vuol fan ar da vero l’infermo, non vnge folamente alle labraj fà che penetri al cuore il difenjiuo rimedio. Noi nonfiamo infermi, che non conofci amo quanto la no fra infirmiti fia mortale, ò che, injiupiditi, tzo# fentendola, c* lufinghiamo. Differenti fono da quelle de'corpi humani le mfirmità degli Stati 5 quelli perdono 1 fentimenti con le opprefsioni$ Quefli ptù.firifue-gliano,più chefitrouano opprefsi. Quelli han b fognò dell'arte altrui per medicar fi 5 quejìi han virtù di farlo da fe mede/imi con la cognitione della propria compiefsione 5 delle afflittioni, che li combat tono, e con gl' infègnamenti naturali de’ Prencipi. Il nofir0fiato preferite ha bifogno di pace, per guarir dal mal della guerra, e per fortificar fi à recidiue nouelle. La medicina eshibita è vriefpe-rienza,chevuolfarfouranoifoli l’arte Italiana. Dio voglia, che non coui il veneno in vece di fuggerirci l’antidoto. E facile ingannaci degli accidenti fempre incerti, e fortuiti dell’auuenire 5 non cosi delle cofe prefenti, che fi contemplan con l’occhio. E pur sì grani fono ad ogni modo 1 bifògnt, che bora patiamole tanto lucida la cognit ione dell'altrui difpofitioni verfo di noi, che ci diuen-tailnoflro fiato prefente vriAftrologica feienzaper beriintendere il futuro etiandio. Poco denaro, come fi è detto, ci eshibifcono 1 Prencipi Italiani per la guerra co’l “Turco. Meemet Imperatore tremendo ci offerifee per altra parte la pace. Quefla pub folle-narciy quello opprimerci più facilmente prima fche 1 detti Prencipi rièmendianoprincipio à esborfarlo. Fugganfi l’armi, che fe-nfconoj fi vada incontro allapace, che fana 5 e con Prencipe tanto, e tanto più potente di noi, non fi ncufino le ricerche, per douer poi humiliarfigli con le preghiere. Adhenamo per amore, per non foggettarfialla forza j e fi come è più facile d'impedir la G r aridezza,prima, che tale dwenga, che abbaffarla dapoi diuenuta5 cosi pur’è più fac ile,poJfedut a,di conferuarla,che perdut a, l’acqui farla di nuouo. Sappiate alla fine, eh’è impofsibile alla virtù dell’amino di hauer'tldefiderio, e la fortuna in arbitrio. Confermiamoci noineldefiderio, fi andò il farlo a noi -,e la fortuna s’attendadal tempo, che riè ildifpenfiere,e'lnoflro folo confidato fujfragio. Fù propoila con quelli feritimenci la rifolutione al Senato, e con l’indirizzo de’ medeiì mi fi rifpoiè deliberatamente al Pontefice. Che nn-gratiauafi la Beat itti dine Sua dell’eshibito denaro à nome di tutta!'Italia. Ctiegli farebbe fi atofuffe lente, fe finito, foffero fati per finir’ ancor’i bifogni5 Ma, chepocacqua gittata foura gran fiammeferuendo, in vece di eflinguerla, a far, ch’elle maiglormcrf te s’innalzino ,fipreoaua, via ch’era il contante offerito per vnafol volta,