7p8 DE’ FATTI VENETI. facealo degno, tràl’altre, d ogni più rigorofo fupplicio. Vnitofi di corriipondenza gli anni addietro con Ambrogio Contarini, Nobile i{codigran Veneto, per mercantili negotij 5 affidatolo, Tarreilò con la Nane 5 misfatti, f^aiigiollo di tutto, nè meno fatollo, il conduite à Salonicchi, e crude-liifimamente fello quiui morire sù’l fuoco. Col giunger perciò del ft Pefaro, giuniè Iddio l’iniquo. BencheingiuiloMippliciodelConta-fhao. rini, e giaño il Tuo, gli fi pareggiò nondimeno 5 e lo fè il Peiàro dar vino anch’egli alle fiamme. Armaua in tanto Baiazet in quella Inuer-d‘ nata di tutto polio. Sforzaua la Republica le proprie ilanchezze 5 Cor-riipondeacon parialleilimentimarittimi5 Spremea da Venetiagen-e veneta te,e denari; Ne cercaria in ogni luogo del ìlio Dominio 5 Hauea» commeiTo ipecialmente in Candia ¿’Armamento di dieci Galee, e fpe-raua, che hauendo già le due Corone prefo, e diuiiòfì il Regno di Napoli, quello foiTe pure il tempo di vn vero, e generai muouimento. Ma non ammette compagni vna menià per quanto lauta fi voglia. Dìffcnftonì Subito trouatifi à fèdere infierne i due Rè, fubito attaccaronfi à cominciate contendere. Iniòrièro i primi diiconci foura le diuifioni de concerta-7!¿¡poli **Gonfimi. Fùopinione, che prouenifferodalle capriccioiè preten-trà France- fioni de’Capi, e paruero ne5 loro principi j quafi iòpiti j Ma il Duca di ft,espagnuo Hemurs Vice Rè Franneiè, vedutofi più gagliardo di forze, fù primo à rompere. Luigi in teiòlo, venne à Lione à {occorrerlo ,• Paisò poi PAI pi* andòinAiìij d’indi à Milano, e incalorito con la Regia pre-iènza, e con neruo poten te il partito Tuo, il Duca, s’impadronì di tut-£ ì Trance- ta la Puglia, eccetto che di Taranto, Gallipoli, & Otranto, &Obignì ÌaiT'th- ne^a Calabria, con l'altra portion dell’eièrcito, preià Coienza , ed al-gik, c ca tre Terre, e venuto à giornata con le militie Spagnuole,in quei contor-Libna. n¿ dimoranti, diè loro gran rotta. Il Borgia in altre parti co’ fuoi vaili oggetti non fi trattenne dall’andarfeli anch’egli ageuolando. Forte, temuto,falfo, fauorì Vitellozzo, iBaglioni, gli Orfini, ePandolfo 0 ¿e/Petruci contra Fiorenza ne’diisidij, che con Piià per anco viueano. Borgia con- Spalleggiò coloro à procurar di rimetterui dentro Pietro de’Medici, Si! K,i' e come ilioi foldati li dirizzò à commettere in Toicana grandiiniolen-ze, & inuafioni, prendendoli Arezzo, e molt’altre Terre. Protettore dijguiioTi il Rèdi Francia de’Fiorentini, e pretefone vn’alto'difguilo,gl’inimici di ii¿ di Fran- colui, ch’eran molti, iperaron, che horamai foiTe venuto il tempo di cailigo, e di vendetta. Mafagaci, & egli, e il Padre quanto cattiui, Che poi fi ièppero introdurre appreifo Luigi tante inuentioni, e blanditie, che, compone, placatolo, e guadagnatolo di nuouo, quando fi credè punito il Bor-e lo acco- già, allhor fi vide d’improuiiò à Milano ben’accarezzato dalla Maeilà ìano“ ’ eiècoinilrettiappartaticongreffi, à porger’ombre maggiori à tutta l’Italia5 per Io che molti Prencipi mandarono al Rè nel tempo medefimo loro Miniilri à raflegnariègli, e vi efpedì parimenti la República Bernardo Bembo, Padre del Cardinal Pietro, & allhora Publico rap-