75'° DE’ FATTI VENETI. borrimento, mortalmente odio l’introduttione in effa de’Forefìieri T*olgono armi la naturai limpidezza tacque ¡Ir antere. Se tal’bora fi fan efsi torbidi da fe medefimi, ben prefìo depongono, e ritornano della primiera lor purità 5 A4 a confiufifi con altri humo-ri, e quefli prefone il corfo à confonder fi infieme,più non ban modo dirifchiararfi. Non trouerafsiperciò, che, non fot amente deliberato ; ma che ne meno in altri tempipropoflo in quefioGouerno fi fia, quel c’boggi fi tratta, di collegarfi co’ Prencipi eftranei. Sono fiati dannatamente riprefi tutti quei denoflri Italiani, che cercato Ih anno $ Sieprocurato dir attenere con gli ofjìcij quefli, diop-porfi à quelli con gli efer citi} e fe pur talbora, per gran forza di congiuntura, s’èconuenutovederne quefla Prouincia inondata, edoccupatiui in vn momento i più nobil Regni, dtcanlogli Arra-gonefi, rimefst in quello di Napoli, ciò, cioè hà fatto per efsi la Republicai} die alo il me de fimo Lodouico Duca di A/lilano, quando pentito dihaueruichiamato CarloRèChnflianifsimo,emefchino di hauerfitirate le fiamme nelfieno, ricorfiè à pregar qui, che gli fofi fero fmorzate^ dica, die apuf egli, quanto prontamente vi accorr effe la Republica -, quanto accorfia, gliele efiingueffe, e quanto feronquefi’armt a(cacciar dall’Itali a quella Adaefi à fuggitiua. Hor fi tratta di fcpararfi, e mut arfi del tutto da configli, e dall operegloriofep affate, e invece di allontanarfi d’intorno quella Adaeflà per ogni ragione, fi parla di fomentarla, e di attra-erla vicina. Penfia in quefio giorno la nofìra Republica, tanto per laddietro zelante di quiete, di muouerguerra lei fieffa con tarmi firamere all Italia , e collegar fi à Luigi Duodecimo , il più bellicofioRe del Chriflianefimo, perche s impadronifca di Astiano, e fi fermi tarbitro della Prouincia. E quale toggetto, e quale il fine di quefla firaboccheuole rifolutione ? Sarà per auuentura, eh’e/fendo la Patria nofira la più pouera, e la più debole de’ Potentati Italiani , fia necefsitata di mendicar trà i maggiori pericoli la fiua difefia ? Che Iodio, fe bene per tante offe fe ragioneuole contra il Duca Lodouico, babbi à sforzarla di chiamarli Rè Chnftiamfsimo alle fiue vendette? Che Cremona, cGiaradaddaofferite, habbiano adeffoà far patir lufingheuoli pruriti d’inter effe à que fi a incontaminata fàuiezza? Ah nò, che può ben trouarfianelante da’ lunghi franagli la Patria, non^ià fenza quello fpirito, e quel potere, che già dal Cielo concefifole, noti può mancarle in difefia. S arebbe il chiamar' i Francefi contra Lodouico alle vendette, vn farglivindici delle vendette me de fi-me. Cremona, eGiaradadda, quando foff ero in quefta forma ottenute, feruirebberoptù tofto à porre inpencolo ilpoffèduto Dominio, che à più aggrandirlo. Si concedi fic ac ciato il Duca, e in vece