y4<5 DE’ FATTI VENETI. altre in quella guerra occupate . Che oltreiTerritorij del Bre-filano, e, Bergamafco, le re fi affé in/le me la Città di Crema, con tutto ilDiftretto. Che il Marc he[e Lodomco Gonzaganlafciar doueffe àCarlo fuo fr at e Ilo il toltogli. Che a’ Ftorentini reftituiff e il Re Alfonfo l’occupato, fuori che Caftiglione. Che foffer’e[si tenuti à praticar co3 Se nefi il me defimo. Che per offeruanza. immutabile s intende f[e la detta pace foggetta fempre alla S anta Se de. Che haueffe il Ponteficefourano il poter e in qualunque cafo di comporre le differenze, che in forgeffero $ e che alterandone alcuno il concerto ,ò armando, o trattando in contrario, doueffe incorrer quegli, non folo nella inimicitia dell’offefo 5 ma di tutti gl’altri, e del Pontefice fi effo. Quella fu. la concordia trai detti Prencipi fta-bilita. Vificompreièrotutti, eccetto che iGenoueiì3 preteiò Alfonso per Ce di non includerli, e fi contienile alTentirui, per la poca lòdi-sfattione, daluidimoftratadel medefimo componimento. Pace veramente neceflaria dopo vnlagrimeuoledilfipamento d’oro, dliuo-mini, ediPaelèper vncorfodi ott’anni continui, da che inlòrfe la-guerra per la Città di Cremona co’l già Filippo Maria Vifconti, Duca di Milano, e lèguitatala poi conFrancelco Sforza per tré 5 Disfattali Tltalia^annichilata la Chriftianità,e sfoderate (potrebbe dirli)tant’armi, per allargarli fenderò airOttomana potenza, di trionfar lòur a cotante regioni, e d’impolfelTarfi della Ci ttà principale dell’Vniuerlò. Le ora-tioni,le procelfioni follenni,Immillate al Signor Dio in rendimento pari di gratie alla fuprema concelfa, furono per ogni luogo praticate con t utta proltatione, & allegrezza de’cuori, e paruero accolte, & efaudi-te dallafuaSantaMilèricordia, conia beneditione di conlèruar’vna-parte armoniolà, e concorde per lungo tempo dapoi,à riltoro di fi co-piofodiluuiato fangue. Il fine del Vintefìmoterzo Libro. DE'