me de’ tempi » & vfi preferiti, leggi quella dellEccellentifsi-mo Caualiere, e Procuratore Battifta Nani, vero documento à dimoftrare negli fcelti Racconti,nell’erudite Concioni » e nella faggia maturità de’fentimenti politici,quanto importi alla Patria,che fcriui le fue Glorie chi con infinita prudenza glie l’hà lungi procurate,così in alti maneggi Ambafciato-re alle maggiori Corone d’Europa, come qui vicino, fapien-tiiTimo Auriga trà le Confulte,e foura gli Aringhi,lo íteíío à coniigliare, ed orare che lo vedi à fcriuere, e fino quell'egli, che col mezzo etiandio d’vn’aurea bontà, Corona d’ogni virtù, e vera Maffima degli Stati, hà potuto trà Ottomano illimitate pretendo ni limitar confini di Pace, e laiciarim-preilioni à fe fteifo d’incanceJlabil merito, ed alla Patria di perpetuo Impero. Ora dirò, che hò io intraprefo di fcriuc-re i foli fatti Veneti da’ principi] della República fino all’anno M, D. IIIÍ. hò filmato bene di fermar la pennafouraJ qúellapice, il maggiore all hora di quelle Grandezze. Sono fatti antichi, a’qua li già corrofe dal tempo le traditioni diffufe, non farà mia colpa il fuccinto ; E fono Fatti, che per lo più. contenendo in fe ftefsi aiTedij, aifalti, e battaglie, vengono pur anco à far compatire benignamente quei replicati finònimi, ò voci, che per auuentura vi foiTero, e che nell’ efprefsioni frequenti di confimilcofe , impofsibile di fuggir a baldanza. Quanto poi alla mia incapacità in generale, nonfapreidifenderla,che conquellottima volontà, cho par fempre fufiìciente à coprire qualunque difetto. Sperarei anco poterlo fare, fe fi poteiTedar titolo alla verità di virtù ; Ma tanto eiTendo debito il racconto del vero, quanto non è merito all’huomo l’eifer da bene, nò pur ciò pretendo . Vario potrai trouarmi nelle forme del dire, non già nell’eilenza,da chi hà già fcritto,e che m’hà infegnato. Non nego ìntereifata la deuotione alla Patria, poiché mi negarei à me ftefTo ; Sappi bene, che troppo duro farebbe, quando non fi potefie dir’il vero, che lènza intereife, fe anzi la veri tà più