2*8 DE FATTI VENETI. c non rapendo Catecuzeno, prender’altra fcufeche la neceifità, refiigio folito de'mancatori, adduffe, che, partite dopo il conflitto le nodro Armate, i Genoued vittoriofirimadiui, poftolo in gran pericolo fin’ entro in Codantinopoli, ve lo haueiTero sforzato. Come in cofa già fatta, non più ne vide la Republica rimedio ; Ma già refofi colui nonpiù degno cfalcun fauore, il ricercò à pagarle il denaro cortefemente predatogli. Era egli da vn canto impotente all’esborfo, e per l'altro dalla forza, e dalla ragione codretto, diè di piglio ali'Iiòla di Tenedo, TmÌÌoVi- che i Genoueii, in palfando con FArmata verfo Pera, haueala già mala-la nepuiii- mente trattata$ oflèrilla in qualità didepoiìto5 e non vedendo i Padri fiioper% altro modo à reintegrariène, Faccettarono, e fopirono, per quel temuto. po, il credito, non già il diigudo. Horarnai partite per Candia ledi-eia fette Galee, con gli due Capi, li quattro Proueditori, e FInquifitore, arrivarono in K egno, ed vniteii con Fai tra Armata, tutte vfeirono, prima delFaprirfi della dagione, lotto lo dedò Comandante Piiàni 5 In-yArmat golfaronfi nelFArcipelago, e nelFEgeo 5 Scorièro, depredando, per tut-yeneta vfei ti quei mari $ Bottinarono foura due foli Vaicelli Genoueii, trà gli altri jiorrettfìa. molti acquidati, per più di ducati dugen tornila; feronui prigioni no-r>te fà grà uanta Patritij della nemica Natione , e penetrati vicino alla vida di Pe-pndi‘ ra, ed arricchitili di ipoglie, e di vn iòmmo concetto à badanza, ritornarono in Candia à deportami le prede, e adattender auuiii dell'Ar-mara Spagnuola, per congiungeru, e intraprender Ceco più nobili Im-pxcfc. Ma già in quel Regno, fpinto, e raccolto il neruo di tutte le forze , non fù diffìcile, che redato l’Adriatico fènza virtù difendila, con-Quattro Ga correderò in uì tati gli humori alla parte debole. Colièro vn’ardita con-hf ctno„e. giuntura quattro Galee Genoued, condotte da Antonio Grimaldo, di ffluafamo Penetrami dentro,infeftarlo fino in Idria, e faccheggiar’, ecommet-gran danni, terni rileuantiilimi danni. Tale temerità repentina concitò gli animi de'Senatori,qualiùoFauuenire d’vn grande, prouocato dal debile, cho furtiua,, ed improuiiàmente Foffenda. Armarono in fretta cinque, fvgg'u • Galee ( lor Proiieditore Marco Michele ), e iòllecitamente mandatelo diori,furonoinognimodopiùfollecitele Genoued àinuolaruifl, eà fuggire. Così non trouatofi più il modo di cadigar l'arditezza, nè in -pedini male,di già Succeduto,fi rimife al iodantial della guerra,e in vr t fola pena,fi afpirò di reprimere le molte nemiche infolenze. Soprauen-nM.g ne però nel tempo medefimo in altra parte non picciolo diuertinir ì.-lega nà 1 to. Dideminoffl vna voce, che potettero i Genoued hauer procurata, ’ e e conc,liuia vna le§aco1 Re d’Vngheria5 Onde in Dalmatia, & àZara ',n° ' eipedird conuenne tre Proueditori, Nicolò Nani, Giacomo Delfino, nmi Vc & an Morofini 5 v* fi accompagnarono quattrocento Ball'edicii, 6c w7t‘aDa' altre militie ,in qualche numero da’ Carrared, e dagli Scaligeri fonimi nidiate 5 edeondudèro à gli dipendi), Frignano, pur dalla Scala, e Federigo Gonzaga. Genoua in tanto folleci.taua pur ella ipropri) nr- mamen- '