LIBRO TRENTESIMOPRIMO: 779 battendo, vna grolla Galea delle noftre ,* Vn altra fpogliata, con ft ra- ^™ni r,ce* ge degli huomini, reftò al nemico di preda, e la Generalitia del Conta-rini pugnato hauendo fin, eh’hebbe gente , e può dirli legno , tutta finalmente forata , e lacera , e quali fommerfa , laiciolla egli à diicretione delTonde, e fi lanciò, sforzato, iòura dVn altra vicina. Separò la notte il conflitto. Nel giorno rifortofé ne comprefero i dan- * ni i Se ne inteièro non manco de" Turchi > Vinlèr elfi però à non perdere , e maggiormente vinlèro, poiché i riièntiti {concerti tollero il ^ ^ ^ modo di piu ìnfeguirli, e sforzarono il Contarmi di ritirarli al Zante à ta alzimi rimetterli. Pensò, animatoli , che il diftèrir’à ¿occorrer Modon fino al tempo di vn racconcio delTArmata intero, troppo vi s’interponeua d’indugio in Città anguiliata, e combattuta da tante forze . Scellè, n contarmi cinque delle più braue Galee fottili > le caricò di munitioni, e militiej^^^ le rinforzò di remiganti, e commife a’loro Sopracomiti di tentabili in foccorfo ogni modo l’ingreilò in quel Porto, egli pur con altre accompagnaneà modon * dole poco meno,che in vifta, per obligarne maggiormente lobbedie-za. Vi fi auanzarono tutte cinque 5 ma giunte in tiro allo Hello Porto, equiuidouendotrapalar dimezzo all’Armata Ottomana, quattro^mno.C n’hebbero il cuore j felicemente vi entraronoà piene vele, non tocche daTurchi, nulla impedite da’fallì, che vi haueano i noilri profon' dati alla bocca, per impedirà nemici FingreiTo,óc vna iola, piùgraue^ al moto, e meno rinforzata delTaltre, ne reftò addietro ... Furonoi Quattro Sopracomiti meriteuoli di quel rifehio, di quella Imprelà,e cTelTer degnamente nominati, GioanniMalipiero, Luigi Michele, AleflandroGotiodaCorfù, e Nicolò Curato da Otranto. Mala virtù , e il valore, che conferirono lèmpre, pregiudicarono ft ranamente in quella occafione. Già volea la fortuna combatter per Turchi. Potè con la onnipotenza > e con la fierezza, forfè non tanto trattata mai più, conuertir la falute in eccidio. Potè far,che il iòccorio,condotto tra tanti {>ericoli, e con tanto cuore in Modon, ne cagionale moftruofamente £ fono ea-a perdita. Quando videro quegli afflitti aiTediati à fpuntar nel Porto Ardita dei. le quattro Galee, corièr’ebrij d’allegrezza con le braccia aperte à fefteg- la città. giarle, & accoglierle. Quei eh erano foura le muraglie in difelà, rapi- Corrono „n ti anch’eili da quel contento, vi corlèr tutti, lènza penfiero di neglige- ajfeUatiai. re i pofti. ITurchi allhora non furon ciechi. Oiferuarono, in vece di lÌeclo^Gat opporfi loro petti armati, vifeere à riceuerli aperte. Siriuollero tutti bandanano ad vn tempo alle breccie, che già i tiri continui fpalancate haueano;1 ^ ‘ Altri vi appoggiaron le (cale, e chi per fianco penetrati, e chi ad àto fa- Vi entrano i liti, inondarono in momenti da quel canto l'abbandonata Città. Pu-blicò lo ftrepito i gridi all’armij Riuennero i noftri in le ftefli,-Pattarono da vna fmoderata letitia, ad vngiufto ipauento, ed affronta-ronfi con difperato ardire à nemici feorrenti ,• anche i Sopracomiti, e feZti. le militie, già fmontate dalle Galee, vnitamente accorrendoui. S’in- Fffff 2 contra-