DE FATTI VENETI. \iiatiUog-§ranParte? altra poca, più trouò nel ritorno, che nell’ingrefloforgi uno. ù tuna, e la notte feguente Meemet, atterrito, iloggiò dallarfedio. Ma non potea la fortuna di coilui eflèr vinta,fenza divincer’anch’ella. Vin-fè, iè non Belgrado, la vita di Hunniade. Il valoroiò Campione mor-Hunniade^ talmente ferito in quelle fattioni, fpirò pochi giorni dapoi al gran fatto; e perde più il Chriiliano nella perdita di vniòlo, che perdette il Tureo nelle molte migliara tagliategli. Morto lui, nulla ièruì à gli Vn-gheri la vittoria, e i T urchi aliincontro dopo il mal’efito, rimedi ben predo, tentarono, e fuperarono, come in qualità di vittorioii molt’ altre Impreiè. MandòMeemet in Albania contro al famoiò Scander-bech vna grotta portione, da cui però con la iòlita valente condotta, ei iè ne Ceppe per allhora ichermire. Ma nella Grecia non mandò, egli vi ii conduce in perfona, per meglio manteneva’ fratelli Paleologhi il pa-■Meemct nei trocinio dianzi prometto. Paisò nel Peloponneiò con eièrcito arma-Tcioponefo to di Giannizzeri, e di altre militie, tra l’Afia, la Thettaglia, e la Macedonia raccolte. Occupouui molte Città, quali aftrette dalla fame ad arrenderli, e quali col ferro, e col fuoco efpugnate. Refiftè Corinto gran pezzo j ma diroccate in più.parti le mura, e à poco Prefidio ridotta, ceffe anch ella. Alla fine quei Prencipi,per ferbarfi nel pottetto di alcun poco refugio, conuennero Ceco ac cordarli col laccio al collo ; iòttoicriuerlo iòurano di tutti i luoghi, doue hauea poilo il piè con-Trende, & I’Armata 5 di tutte l’iiòle del mar ’Egeo 5 di tutta l’Acaia, e del poco lo-’‘r¿Torte ro rima^° fùrono sforzati à promettergli la iòggettion del tributo . gru>i a, . part-to Q.ccja con tajj[ acqUifti Meemet, e battuti in Campagna gli Vngheri, Tomafo vno di detti fratelli Paleologhi, ve lo eccitò di niiouo con intentata riuolta. Egli,ch’altro non fofpiraua,iè non prete- ilo, coriè all’inuito,ed attaccatigli amendue, finì d’impoftettarfi di tutti quei luoghi 5 Diede loro fuperiliti del iàngue greco Imperiale l’vl-timo crollo, Tomafo ritirandoli à Roma, e nella Beotia Demetrio, à vita priuata ; Fè fuo quafi tutto il Peloponnefo 5 Con la prefa di Santa Maura, di Cailimeno, e di molt’altre Città, la parte miglior della Grecia j e janciatofi poi al Mar’Eufino, edaiTalitauilaCittà diSinopia „ Ifmael’il Prencipe gliela coniègnò volontario. Per quella via poi fi portò àtentar l’impero di Trabiiònda, e benche l’armi Perfiane, allhora diileièfinell’Armenia, lo ingeloiiiTero qualche cofà, nèfpremèin-ogni modo da quel male fucco di bene, poiché fi accordò col Peritano, e l’obbligò nell’accordo di non aifiiler’al già tolto di mira Im-perator’infelice. Attalitolo poi, refi iter egli non gli potè. CeiTegli tutto impero di il Dominio di Trabiiònda di volontà, e il Barbaro per conduruelo più Trasfonda facilmente, hauendogli promeifo di rifarcirlo con altro Prencipato fù la fede, che in Coilantinopoli gli mantenne, il farlo con la moglie, e co’figli perfidamente rrtorire. Battè poicia due volte di vn’interodi-£ uetcìi. sfacimento il Valacco 5 Preiè ancor’in Grecia l’Iiòla di Metellino famo- r.o, r la, ri-