LIBRO PRIMO. detti Vaicelli, e imbarcato, e compar ti toni Teièrcito, s’era di già auan-zato nel Canale, che fin d'allhora conferua il nome di CanarOrfano, per io gran numero de’ morti, ch’entro vi iettarono dal gran conflitto . Quiui, incontratefi, azzuflàronfi Tarmate, eguali di valore, diiè- 5”^" guali di numero, e differenti di cagione, e d’oggetto. Eran cornimi- tt. ni le jftragi, eie morti, come nel principiar degli affalti Tempre fuece-de, e in quetta parità lunga pezza vi fi mantenne ogni parte. Gran coraggio a’Franchiappreiiaua laperiònapreiènte del Rè, el’habituato cottume, quali diuenuto fortuna in etti, di vincer ièmpre. Non minore influiuaJo ne'Veneti l’eccidio generale {burattante delle Cafo, de’figli, delle foftanze, e di tutta la Patria infieme. Perciò ièguitaua-110 le atrocità inuiperite, ed horamai vedeuafi manifètto, che la co ri-tinuation del flagello intimaua ben totto l’intera perditione degli vni,e degli altri egualmente. Vi fi frappoiè Tonnipotenza Diuina, e fu grand’opera della iùa mano, che aprì alcun lume in fauor de’ Veneti, ed 3 momenti Tacerebbe in euidente vantaggio 5 il lor valore non mai cedendo, nè ceiTando mai l'agilità delle barche, ed altri legni piccioli, che hor dallVna, ed hordall’altra parte oftèndeuan girando. L’Auuer-fàrio all’incontro, non pratico degli ttagni, e diuenuto immobile per Pineiperienza, e per lapigritia del Ponte, conueniua quali che rer-marfi à diicretione de’colpi. Due accidenti poicia inforfero à finir di diuidere quelle horridezze. Calarono Tacque, che portarono con la. feconda le nottre grotte naui ad vrtar Taltre, e reprimerle ; Ed eleuof fi vn aria così gagliarda, che battendo, e ribattendo trà iè ttettò il Ponte, e le percoiìe de’ Vaicelli con gran vehemenza icuotendolo, finalmente difcioltifi da molte parti i legami, e le funi, e difunite, ed allargate le traili j per la gente, che cadè iòtto ièpolta, e per l’altra, che tu trucidata di fopra, terminò l’efito, quafi con total dittruttione de' fieri nemici. Il numero de’morti, e de*prigioni fu grande$ pochi,u KcPMi fuggirono 5 molti vaicelli rimaièro in preda 5 hebbe per gran miracolo v,Uo> 10 Pipino àiàluarfij e il funetto, e tremendo conflitto, convn perpetuo giudicio in fauor di quetta Patria decite. Quetta fu la gran vittoria., ch’eternò con infigne trofeo l’alto Dominioàlla Veneta Republica,, ch’empiè di gloria con Tanime ipirate TAugutto Vettìllo ; e che de’ legni, e de’corpi nemici fabricò quell’argine di libertà, che tuttauiaiì vede conièruarfi incorruttibile trà quetti Canali. Rettituitti Tarmata, nell’acque di Riuoalto lieta, d’hauer conferuata la Patria, e dittìpato vn Pipino Rè d’Italia, e con lui, fi può dire, lo fletto Carlo Magno, chc: con afletto di Padre, non potè refifter di non foccorrere al figlio • Egli ^ è imponìbile da raccontarfi la commotione del giubilo. Ledano- %c in Vuu* flrationi prime furono co'l folito pietofo inttinto della Rcpublica, pi o- tu. ftrati diuotittìmi ringratiamenti alla Diuina Maettà , & abbondanti elemofine diipeniàte à luoghi Pij, ed alla poucrtà mendicante. Dietti