772, DE’ FATTI VENETI. Guelfa contraria 5 Ma vi emergeano confìderabiimente ancora piu Lodouico Sforza, & Aicanio Cardinale il fratello $ I quali dopo fuggiti, e palfati in Germania , haueano alfoldati otto mila Suizzeri, o cinquecento Borgognoni amiati, &afpirauano, col aiuto de’ fuoi, ji Triuuitìo à rimetter1 il piede nel Solio perduto. Ne apprelè perciò grandemen-dSuU%t?,te ^ Triuultio , e dubbiofo di qualche tumulto in Milano , e di qual-genti aufi- ch’impeto Sforzelco al di fuori, richiamò à riparo dalla Romagna lo lime. gentiFranceiiaufiliarie , e ne trattenne feco , e ne mandò in grotto Lodouico numero à Como ; per lo che il Borgia relìatone priuo conuenne fof-TcSdiSi pendere per allhoraPImprelà di Pefaro , e ritornolTene à Roma. Li fratello iru fratelli Sforza non Talentando in tanto i loro dilfegni, calarono i Mon-ìuììùm ti5 dilceferoalLagodiComo, e tragittatolo con picciole barche, e -prendono pollili in profpetto della Città , Ior furono aperte le porte da’Terrie-como. i'Xì mentre già iFranceli, preueduta la dilpofitione del Popolo, &il f>ericolo imminente, haueano anticipatamente sfrattato. Volatane a voce à Milano, lèruì ella lùbito di grand’ elea in que' geni) , di già Milano inclinati al tumulto . Si eleuarono generalmente, econgridivniuer-muitua. falisforzarono il Triuultio à ritirarli in Cartello . Crebbe à lui molto fi Jit!ral!ru la notte il timore, e già figuratoli difperato qualunque rimedio, fug-cafleito . giui; feneandòàNouarra, inlè^uito da’Milanefi fino al Telino , e ìugge à no dopo guern itala di buon prefidio,ritirolfi à Mortara. L’vlcita de’ Fran-mr^‘foì à cefi dalla Città di Milano , fù l’ingrellò à gli Sforzelchi. Prima vi en-Mortara. tI-Q j] Cardinale, poi Lodouico : e ben fi vide da sii applaufi vniuerfa- JLlltYdllO l «• IT* 1 \ • I •» •! *m r j ^ fratelli sfor Ji, che li acclamarono, quanto c variabile il Mondo, e quanto in que- Y m ml*• He nollre forti, continuamente agitate, conuenga poco nè rallegrarci felici, nè infelici attrillarci. Colta la Republica da’ primi auuilì, fè ¿imiUttfc marciar nel Cremonelè tutte le lue militie à Cauallo, & à piedi 5 Ailòl-capi veneti dò tré mila Suizzeri 5 Mandò Proueditori nel Campo Pietro Marcello > i» cremo- e Chrilloforo Moro, leuato da Faenza 5 Prcpolè in Cremona Nicolò *ue\&a lY0 Priuli, Senator di gran llima , & altri quattro Nobili Veneti ripartì per l’altre Terre del Cremonelè, e ne’ confini dell’Adda. SifermòLodouico alcuni giorni à Milano per riafiettariii gli humori, e procurar Lodouico con blanditie denari. Andò poi à Pania , che dietro à Milano parivi in va. ment j s’era cjata. ecj |a [ Francefi , che più Tempre à gli z di i* /»virimi confini dello Stato fi ritirauano , fermoifi à combatter Nouar-VomuJrrà.ra ' Già proiperato in ogni luogo dalla fortuna, che pareagli cangia* ' ta , gli lì aggiunfero quiui opportuni altri lèicento Caualli Borgognoni di Celare 5 e fcarfodigrolfeartiglierie, fipolè à trauagliarlo muraglie d’alfalti j à impedir’i foccorfi , eàdifenderfialdifuori da. qualche pizzicamene Francefe. Finalmente intelà il Triuultio Uretra molto di vettouaglic l’alfediata Città , e dubbiofo de'Terrazzani vacillamenti, nfollè di rifparmiar’almeno le militie lafcia-teuij le fè fortire, c condur’in faluo, e fubito fortite, fi arrelo Nouarra