<¡*6 DE FATTI VENETI. abbandonarne l’Impreià, e rimbarcata la gente, allargotfì. Il Mali pie-ro alla parte di terra haueua intanto brauamente pur’egli la Città inue-ftita 5 ed à quel canto più efpofto effend ella fabbricata di doppie mura-glie,ÌLiperò il primo ricinto con gran forza,e co molta nemica mortali* Difficoltà tà. Ma nel tentarne il fecondo, ecco ad incontrategli ancora lo fteifo aUapariL impedimento i fcarfe alla gran iòmmità parimenti le Scale, & impof-dì "terra y libile il giungerle. Pur nè meno à lui quella difficoltà toliè l’animo. Tentò con vehemenza di eicauar’, e di fcuoter fimilmente le pietre, o molte già ne hauea tol te,e iùperaua etiàdio la Città,iè non venia la notte à foipenderlo. Spuntato il giorno inteiè la ritirata già iùcceduta degli al tri,e volendone iàper la cagione, lanciò alle mura l’aifedio, efene andò alle Galee dal Soranzo. Cambiarono infieme le parole, eiiènfiiòura le incontrate difficoltà, e per la loro troppo durezza più tofto inclinando di abbandonarne HmpreÌà, venne maggiormente à periùa-derueli vna voce,che grà numero de’Turchi foffe in camino, e preito in aiuto di Settelia.Prima però di por ciò ad effetto,ne dierono parte al General Mocenigo j & ei chiamata fubito la coniùlta de’Capi, econfide-rato infieme che non fi rallenta il valore, benche ritiri il piede, cono-feiutone l’inciampo, tutti'vnanimi determinarono di reftituirda ogni parte la gente all’imbarco, corn anco efèquirono, prima deuaftato, e minato con generai incendio d’armi, e digamme il continente d’in-n±tir.:to torno- Riaccoltefi le forze Chriftiane, e già vicino il Verno à gli ordi-affedio, e-? narij rigori,partì daquelfacqueTArmata, nauigando nuouamenteà rbod?*** a Rhodi • Appena vi giuniè, che vi arriuò vn’Ambaiciatore di Vifuncaf iàno, ancor detto, Rè di Perfia, e venia qui alla Republica, per ièco dtTer- rauuiuar l’alleanza, ott’anni auanti in circa conchiuià, e veniaui in cor-fa aiv m- riipondenza di Cattarin Zeno mandatogli. L’accoliè il Mocenigo, e mia. ajtr j con ¡’affetto, e’1 decoro. Egli narrò alcune Impreiè felicemente incominciate dal iùo Rè nell’Armenia maggiore, con l’acqui-ilo della Città ftimatiifima di Toccata, edi altri Cailellij &à lui fatta-vedere in ordinanza l'Armata , &eshibitagliàiècondar’in ogni euento Tartc bcnj> il valor ddl’armi Perfiane, dopo molt'altre cortei! efpreifioni, e regali KSSitper fattigli di molti rinfrefehi, & altre gentilezze, ripigliò per queila volta # C fiditi i i -, i * /"• m 5*1 • • ^ 1 Ambalciator il viaggio. Ma mentre, che tali coiè in quelle parti del Leuante facce dono, o che Padrona del marei’ Armata'Veneta, icorreua, e danneggiaua, lènza oilacolo, con l’altre fquadie, l’Ifole,e i luoghi Tiurehefehi) fe colà ce-dea l’Ottomano à gl’iniiilti di queft'armi marittime, ben’altretanto nelle Campagne terreilri di qui, dou’era più naturai’, e potente il Clio Dami de' braccio, compenfaua, e fùlminaua, per mezzo de’iiioi Capitani, gl’in-TJ!baiia!1' cendij, e le deuaftationi, con generai’eccidio, e ipauento. Morto già il grande Scanderbech, reftò vilio nell’Albania il concetto alla gloria, e le lagrime al nome, non la brauura in difeia. Cadde con lui lappandone