DE’FATTI VENETI. fciaua di vifta qualunque incontro à Tuo prò. Tentò molte Imprese sforzatoli tra l’altre di iòrpréder per via d’intelligenza Conegliano à tradimento , vi sera ancor condotto vicino, e fòrtiuagli 5 ma penetratoui \mtconc- à tempo il concerto, gli fuanì nel punto dell eièquirlo, efuron preii, e gitano à tra giullitiati VCntOttO l ibelli. y?no‘t0 IH Parueàqueft’hora, che incominciaile à ipuntar alcun barlume di bene da quel raggio politico, che infulè nella publica prudenza la rifo-ltitione dì donar Treuigi à Leopoldo. Horamai principiarono! con-cdofie ne'trar*] Collegati ad aiiuederii quant’era gi aue à fe fletti,. e all'Italia il pie-vredpi col de Auftriaco in quella importante Città. Fù primo il Carrarefe ad ap-uer/arfper prenderlo cotanto vicino. Il Patriarca d’Aquileia parimenti. L’Vnghe-LcopoUio ¡n ro mal /ènti, che fi eftendeilè col Dominio à tante parti quel Prencipe * > ' atlZ‘- [ Genoueii più, che più temerono, che non diilrattain terra la Re-pubfica, e non più fòla condannata dalla fortuna à difenderli, poteife meglio in mare rintuzzar loro 1 ardir’, e l'orgoglio. Nel mezzo di quelli rifletti nacque vn’infpiratione ad Amadeo, ¿uuoia ¡n- Prencipe di Sauoia, di alcun maneggio di pace. Nonne difiènti-ncggio 3T rono al tocco i Confederati nemici. LaRepublica, ancorché potette pace. fperar vantaggi da ciò, ch'era lormoleflo, purlndebolita, epur’in_> JJntònovo- pericolo, non ricusò nè men’etta di acquetarli vn dì. Scoperti dal Sa-lentìeri. uoiardo i genij di tutti propeniì, mandò in ogni Corte vn’eipreflò. 'toriàTur] Qil1 commife à iiipplirui in qualità d’Ambaiciatore il Veicouo di Tor-710 dc'Tren- cello ilio fùddito, e corriipoilo da ciaicheduno à Turino di propri) ac-ap‘ ’ ereditati Miniilri,vi furonojPerVenetia, Michel Moroiini Procuratore, GiouanniGradenigo , e Zaccaria Con tarini 5 Per l'Vnghero, alcuni Vefcoui di Zagabria 5 Per Genoua, Leonardo Montaldo, Franceico Embriato, Herpolino Lomellini, e Matteo Maruftò 5 Per Franceico di Carrara, Taddeo Allogardi, Caualier Bolognefe, Antonio de' Cocchi, e Giacomo Turchetto j e pel Patriarca d’Aquileia, Giorgio de' Torti, Tré pcrico- Pouefe, Federigo Sauorgnano, e Nicolò Zerbino. Tré accidenti in-twticT' ^ol'^ro nel principio di quello Conuento per ièminarui alcun torbido. Fùl'vnoj Infoiente pretenfionesfoderata dagli Ambaiciatori Geno-uefi, che doueilero i Veneti eiferl primi à chieder la pace j e quella {libito nata, fopì anche fubito 5 repretta, e battuta con altero concetto, proferito da Zaccaria Contanni. Accadè il fecondo, da vocepublicata in quel tempo à Venetia, che i prigioni noilri in Genoua foifero ilari crudelmente trattati, e toltine di vita trecento. Coriè tutto il Popolo concitato per far lo fletto de' Genouefi prigioni qui, e vi fù molto, e molto che dire à quietarlo. 11 terzo auuenne dal Carrarefe, non cangiato mai di perfidia. Penetrò ,che in Treuigi, già partito Leopoldo, fotte rimaila vna cura ipeniierata, e il prefìdio debile, e diminuito. Commiiè al Buzzaccarino con attentato improuifo iòrprenderla, e ne hauerebbe forfè conièguico llnteiico, fe Leopoldo non vi fotte à tempo