284 DE FATTI VENETI. nìr, potendo, coloro alla fede. Capitato à Veifctia opportunamente il raguaglio , fi fè miifione, fenza perder momento, d’vn Segretario à La i\cpu-_ Genoua „ per preuenir gli Ambaiciatori Candiotti, e informar quel-^«ré^laRepublica della lor ‘iceleraggine, come anco auuenne , poicho fuo Segre- flato egli primo à giungerai, efpofe , introdotto . Il g.mfto moti-cóntcnute «A dt fu a comparfa. L indegne operai ioni de’ perfidi. Liab b ordeli affida r imento, chedoueua ogni Frenale hauerne per l'efempio enorme, dllm‘ e per lintereffe communc . Troppo ardito , fofienne , il tentati-nò, e troppo arditi coloro à prefnmmere, che per e [si quella Re-pub Ite avoleffe de formar fi di Prencipe, accogliendo nel fe no ribel- li. Incoftante quel clima, inco/tantifstmi gli huomeni, accertò in fomma, che da none III, e trtfiifudditi, farebbe fiata più àGe-noua , che à Veneti a , legittima S ignora , preuaricata la fede . Quelle, e molt’altre coiè dette > & efàggerate dal Segretario, petetori così bene imprimere quei Signori, che ini à poco peruenutiui li Candiotti, nulla ottennero di fode rifpoile, e folo generalmente com-. . plimentati, partirono. Al tempo, che fi (piccò di quàfil Segretario ha-girHimba- ueagià falpato da quelli Lidi PArmata per Candia. Affrettaronfi nel fi uteri oc- viaggio il Michele, e quel dal Verme; viarriuarono ne’ principi] di jtrmatit* Maggio, e sbarcarono lenza oilacolo alla Frafchia, Porto da Candiain_,