LIBRO TRENTESIMOPRIMO. 787 Tarmate di remi, ben'armate di genti, e di pezzi, e tutte ilrette in vfl corpo per longhczzadel fiume à chiuderui il paffo. Da effe, e dall’ vna, e l’altra Ìponda cominciarono à fulminargli contro per ogni par-te i Cannoni, e coltoui egli, e le barche nel mezzo, conuenne non più ^ penfar, chea fàluaril, ritirandofi, e riuicigli di farlo ancora fino alla tifi ritira. foce, con la perdita di vn legno iòlo, e con qualch*danneggiamento negli altri. Ma contra la fortuna non bailo l’induilria . Quafi, che militaiTe anco il vento in fauore de’ Tùrchi, ò che il fumo delle loro artiglierie , conuertito in tempeile, haueffe, volando, ièuuitato i noftri à combatterli, sboccati in mare li affali di vn’horrida borrafcacon Et ajfaiito generale naufragio,* Molti legni abiilatiil tra Tonde5 altri traiportati ™r*?a>ipe* dal nembo à dar nelle ipiaggie$ degli huomini, chi affogati, chi fatti fa-in terra fchiaui, e poche furono le barche, che, fpinte à Durazzo, rac- vi lajcia contaron quiui al Pefaro ritrouatoui Tinfauilo iucceffo, nleuante,oltre gran parte le barche, à trecendiuomini periti, e tra d’eifi l’Orio, Girolamo Mo- *¿5"/ *c rofini, eVicenzoPafqualigo,gentilhuominidiiceltovalore. Venne iui à poco, quafi à raddolcir’in qualche parte l’infortunio patito, Alei-fia, Iiòla bagnata in vn fianco dal fiume Drinos nell’altro dal mare j di lunghezza per noue miglia , e dopo la perdita di Scutari popolatafi,c trafficante di varie colè con l’Albania, e Schiauonia. Que’ Popoli,par- ^ titofi il Peiàro da Durazzo, gli fi preièntarono ifpontaneamente diuo- dà volontà. ti, ed eceitatiui etiandio da Giorgio Cailriotto, 6c Antonio Bono,No-bile Veneto, egli con tenero affètto abbracciolli. Tra le tante oicure paifioni, che ingombrauan l’animo di Papa, Aleffandro, parue vn raggio ipuntar’in lui dipietofozeloi edoueala Republica in vero commuouer’anco le pietre à compatirla nelle tante iòfterite luenture, per fòilener fe fteffa, e la fede. Si era già obliga-ta la Santità Sua di cori ifponder’il raccontato denaro al Re d’V ngne- a ir ama-ria} hora fi eshibì di armar, pur col denaro della Chieià, venti Galee,, Prefiffe ad effe per direttor principale Giacomo Peiàro Veicouo di Baffo j Volle vnSopracomito, Nobile Veneto, per ogni legno 5 Dettino di armarne quindici nella Romagna, & in Ancona, e cinque à Ve-netia $ Publicò in oltre,per foccorrer’anco la Republica di pronto contante , vna generale remiifiua indulgenzad’ogni peccato à tutti quei iùdditi di lei medefima, che gli hauettero contribuito del lor proprio a: veneti vna tantafomma,-Econuien dirfi à gran merito dell’anime buone,che£ corrifpofer’effe gran fomma di libre iettecento, e noue d’oro j ducen- naro alltu to,e nouanta ièttela fola Venetia,e proportionatamente Taltre Città. WibLtta • Ma trà quelli aiuti di Santa Ghiefa continuaua Ceiàre Borgia à profonder thefori, e à fuiicerar’il fangueChriiliano in Romagna. Da- cotìme ¡n- poi ottenuto Pefaro, & Arimini, con gli altri primi luoghi, volendoti ancora impadronir di Faenza, fè, che il Papa con efficaci preghiere, C pia di Cefa. col merito delTlndulgenze, e degli armamenti predetti, perfuadeffeBor«u- Ggggg = la