LIBRO DECIMONONO. 44? tardi ogni prontezza in colui. Sicura fùppofcla, e con tal ficurezza,, prefidiatifùbitoi podi fòrp refi, calò in Città con gran parte deliegui-to 3 ocaipò la Porta più vicina, e al redo della iua gente fpalancolla di vn libero ingreifo. Ma non fecondaua il Carmignola nelTincerno 1 ar-dor fedele dellardito, ed impegnato Guerriero. Sirattennetrè miglia in didanza 5 Nulla fi moife $ Pur’vn Fante in aiuto efpediglij e in- Suan., L, tanto balzata in arme Cremona al rumore, e corià con grand impeto Imprefaptr à fòprafar’il Caualcabò, e i derelitti foldati feco entratali j dopo, ch’efll per ott’hore continue fi fodennero ne’ podi occupati già, conuennero g„0i^mi hauer poi à gran fortuna i non edinti dVfcirui, e perder la gloria di sì nobile Imprefa, che potea dirfi ottenuta. Incrudelì maggiormente la. dagione in tanto, e dalle lunghe pioggie tolto il modo alle militie di più campeggiare, didribuironfi per ogni parte a’quartieri. IlLoreda-no dopo, che partì dalTacque Ligure, e fi conduffe à Corfù, d’indi riue-nuto in Patria, occorfèro a* fuorufciti Genouefi, e al Marchefe di Monferrato graui fconcerti. Giacomo Adorno, & Antonio dal Fiefco, già Fuorufcìti difcorfi, inciampati mifèramente trà infidie, furono foura vn pati- di Genoua.> bolo decapitati. Suffragò il Marchefe di Monferrato Bernabò pur’malandi1tt Adorno di trecento Caualli,* equedi andatoconetfi àfomentar’viL. tumulto ribelle nel tratto di Genoua verfò l’Occidente, fù fòprauuenu-to dal Piccinino, mandatoui dal Duca Filippo, che il disfece prefe, o iàccheggiò crudelmente Nouara ; inuafè il Marchefe j dannifìcoJlo altamente > e fino à trenta Cadelli occupogli. Ripatriato con FAr-mata Pietro Loredano, pofcdinuouo in ordine la Republica, benché in tante parti didratta, otto Vafcelli, e dieci Galee, e fattele montar da Andrea Mocenigo, cornandogli à nauigar’in Arcipelago, e qui- ,ndrca Mo ui principalmente tentar, potendo, lcipugnatione di Scio, Ifòla di ra- cenigo fo-gione allhora de" Genouefi. Vi andò cpel Capitano con cuore $ vi ap- Pra Sa0' prodò, sbarcò la gente sùTIfòla ; aiTediollaper terra, epermare; bat-tella col Cannone due mefi continui: ma guardata da gran prefidio, e valorofàmente difefà, fùanì l’attentato, nò potè far d’auantaggio il Mocenigo, fé non,ritirandoli, {pandemi fiamme, ed incendij d’intor- Tarte se^a no. Poco dapoi di queda efpeditione verfò Scio» indancabile ilGo- c^no' uerno à difenderli, e à ripulfar le ingiurie auuerfarie, rinuouòFArmata di trentatrè Galee lòtto io deflò General Loredano ,* e fpintolo ancor Niwm nei Tirreno, e già {puntata la nouella dagione, commifegli di tirar mata Vene-verfo Genoua, per impedire il trarfi fuori a’ nemici. Nauigò diligen-u * 0 • \ & 0 verfoCetio- animo u Capitano,& arriuo m poco tempo a Liuorno 5 ma tanto poco Ma. non ili,che non foiie tardo. Già l’Armata Genouefè, coilituita di quattordici groiTì Vafcelli, e di fétte Galee 5 guernita di otto mila foldati, c guidata da Pietro Spinola, era vfcita affai prima del tempo fuppofto $ & allargatafi in mare, e fchifato rincontro à gran miracolo delia nodra^, girò da quelle in qued’acque Adriatiche, e calò, e fclùeroffi con gran.- Kklc 2 terrore