LIBRO VINTESIMOSESTO. tk la naturalrobuflezza, e già priua di ogni efiraneo rtftoro, forza e credere fenza forza alla forza , e farà femprepoco al cofto dellaguerra ogni premio di pace, pur che ci refti il Dominio. Non sì delibera vi fu in Senato chi diteordaifeda quefte ragioni* rutti gli animi,ben- a*ace' che repugnanti, iì feron fleflìbili, te non alla volontà del deftino,à quella de’Prencipi Chriftiani, che volter così. Le conditioni della pace furono. Chela República nlafciajfe a’Turchi S cut ari nell’Alba- £ ¡tiJcqndi nia, dopo hauerla con tanto valor e, & à cofto di tanto fangue^di- tieni. fefa$Tenaro nella Aiorea > Nell'Arcipelago l'Ifold di Lenno^e douefje contribuir alla Porta otto mila ducati ogríanno, per goder con efsi libero il nauigare nel mar Enfino a’ mercatanti. Così reitò ¿¡equite. accordato, e così etequito. Si contegnarono all’Ottomano Tenaro, e Lenno, e gli fi diede Scutnri > vicendoui con intera oiferuatione de’ patti accordati il Legge, il Prefidio,i Cittadini, e rutee le robbe^ Gran, pietà in vero icaturita da grande impiota, fùvederiì à cedere volontàrio ciò che s’era contrala torza glorioiàmente iiluatoi ecoilringeflèro à farlo più,deH’armi nemiche, i’amicheinfidie . Glihuominivfeitini non furon più, che vn miterabil refiduodi foli 4 5o.tutti gli altri man-, cati con laipadaalla mano. Strage molta rifpetto à noi, poca in ri-guardo degli (ùenati nemici, che afeenderoho à cinquanta mila. Go- hiC e dè la República di quefta pace, come gode l’aflitto reipirato da gran, male,che negli (leffi refpiri (òipira. Si rallegrò di finifVna guerra di tanto diipendioj infinitamente fi dolte di comperarne à gran cortola^ pace. Giubilarono i iùdditi nondimeno? folleuaronfi gli Erari], e parue à tutti di paiTar’ad vna vita migliore, rinafeendo alla quiete do- blic* per potedici anni mortaliifimi icorfi. Si coniolò.più ancora il Gouerno di co1 nauerfi tolto vn giorno da tanti trauagli, e pericoli, quando intete, che Ferdinando, RèdiNapoli, non ne rimate del tutto contento. Tribulauano colui que’ vantaggi, che (perati dalla guerra glitoglieala pace. All'incontro la República, che con occhio prudente icorgeua il tuttOjhebbe per bene quel bene, che già difperauadà lui 5 e che meno attender potea dal Pontefice,benche Paftor della Chieià. S era pur’egli con lo ileifo Ferdinando infierne diuerfificato già da quel primo zelo, con cui Chriftianamente principiaron’arribi ne’ primi muouimenti dellJarmi à (occorrer queft’Armata delle loro (quadre in Leuante. Ambi le haueano da molt’anni ritirate 5 ¿k.ambi lafciatici in guerra col Turco, s eran (blamente applicati ad ingrandire il lor Dominio in Italia. Scaua comediuiià in due fattioni la trauagliata Prouincia. Il Pa-P.a,\c 9ue* contèruauanfi da vna parte confederati > chi per infigno-rir 1 Nipoti, d Imola, Forlì ,& altri luoghi, già in Romagna tolti 5 chi peroppnmei 1 Fiorentini con alti, ed antichi ditegni? E Venetia, Fiorenza, e Milano ftringeanfi parimente vniti per neceifaria difeia. Se poi fi volgeua oltre i monti, fi trouaua la Francia, le Spagne, le due Bor-