LIBRO DECIMOSETTIMO: 377 c perche era l’Emo Ambaiciator’in quel tempo àGenoua, fuui fubro-garo in vece Franceico Gornaro. Partirono poicia gli Ambaiciatori$ e così rimafta Venetia Signora, e Verona iòggetta, pareggiaronfi amen-due, Fvna contenta, Paltra felice. Nello rteflò mentre, che il gaudio qui ièrpeua per entro gli animi, marciaua nel Padouano l’altro cièrcito Veneto, rinforzato di {¿trecento Lande da Giacomo dal Verme, per commiifione de5 Padri. Molti piccioli fatti vi erano accaduti, quafi tutti à noi profperi. Pietro da Polenta,Capitano di grofla banda nortra, vrtatoiì à Stigliano in Lodouico Buzzaccarino, Condottiere di alcuni carriaggi, carichi di Vettouaglie, depredoglieli tutti ; disfecegli ducento Caualli, ch’eran ièco, e fello prigione. Il Sauelli à Vigodargi-ne auanzatoii anch’egli con mille fanti, per icortar’ai Campo alcune. fercito Ve-munitioni, venne artalito da’ fuoruiciti di Padoua,e fe ben prima icon- n/ot°af0lTA certatofi vn poco, ribattelli dapoi, e sforzolli, tolta la carica, di riror- ° ' nar’in Città. Altro accidente vicinoàvnfiumicello, detto il Seccagli, pur terminò conia perdici di qualche gente nemica,e con Facqui-ìto eli varie Cartella. Vn folodifaftro ancor a noi nel mezzo accade. Dopo efpusnatofi Cartel Caro, Pingordigia de’ ioldati corfe à rapinar- Tagliatone . rl , 1 r 0 . 0. . . x da nemici ui lenz ordinej e in quell atto louraggiunti da numerola comitiua con- alcun nume traria^ne fu. mandata à fil di fpada gran parte. Ma già Padoua, circon-ro • data in ogni canto dalParmi Venete,poteua ben muouer taFhora qualcheduna delle mani, non già con forza badante à refpingerfi la piena, d’intorno, che le rendeua il corpo immobile, el cuore à iòffocarrt po- ¿¡¡¡¡¡¡¡Z*1' co dirtante. Faceuano goder a Franceico alcun refpiro alcuni traditori,1 che dal Campo noftro gli mandauano minuti auuifi de’ peniìeri, & oggetti de’Capi, equefto ancor gli fu tolto; preti irei 5 rtrozzatigli Ìmblicamente; E poco dapoi gli fi appeiero viui àcapo chino trà ìc. e due Colonne di San Marco altri tré federati, conuinti, c confefTì di “¿¡“ori tramar’vriincendio in più parti della Città, evna tagliata vniuerfalc. del Popolo. Caduto il potere, fuaniti quefti facrileghi ripieghi al nemico, procurò di operare da fe medeiìmo altri inganni, già che. negli orditi per terza mano poco la fortuna Phauea fauorito. Si fe in- Ricer it tender’apprerto ilSaùelli difportofi à trattamenti di pace 5 e portate dal canarefè Capitano le douute notitie al Senato, qui di neiTuna cofa bramofi più, fj"ta™cente che di coprirli vn giorno, dalle infidieCarrarefi, per tant’anni, e in^AmbafcU. tante guife natite, inuiaroniì al Campo cinque de’ primi Senatori della Patria, Carlo Zeno, Giouanni Georgio, Giouanni Barbo, Bartolomeo ' Donato, e Francefco Cornaro, non anco partato in Verona al già de-llmatogouerno. Arriuatiui appena, ecco à vederfi à comparire, in vece di quieti trattati, vn tradimento deliberato. Mentre aperti non* Tradmito teneanii gli occhi, che à ftudiarla pace , aprilli Franceico pro-‘i)hl diton) all armi contra il Veneto eièrcito, lungi allhora da tutti idubbij di effere aggredito. Andogli anco fatto il colpo in gran parte. Diede. B b b adortò