617 MCCCCCIU, DICEMBRE. 618 vayvoda di Moldavia per causa dii medico, dicendo haver electo domino Zorzi di Piamonte, e aldilo a l’incontro el prior dii colegio di medici dicendo questo non lo haver dato loro, e haveano electo domino Ilironimo di Cesena, et che questo non vai nulla, et che il salario è ducati 500 a l’anno ; et che maistro Alexandro veronese vi anderia. Or foli ditto per il principe non tolesseno questo, che non lo co-gnoscevemo suficiente ; e cussi si partino per veder di uno altro. Vene l’orator di Franza, qual aldi messa col principe, per causa di certo francese retenuto a Forlì, e fo scrito a quel signor a soa compiasenlia etc. E hora si ha lettere dii signor Antonio Maria in conformità, come dirò di soto ; et lui voi esso francese et mandarlo al roy ; e fo scrito a Forlì, pregando liberasse el ditto francese. Vene il legato dii papa, et usò alcune parole; poi fè lezer do brevi. Uno df li) drizato a lui dii papa, per il qual si doleva di quanto operava la Signoria nostra in Romagna ; però dovesse dir restituissa i lochi di la Chiesia, con gran parole, et che ’l sapeva ben che ’l doxe e altri vechj senatori non erano di tal opinion, et che lui non ha arme ni danari, ma invocherà. in ajuto li principi quali non hanno mai inanellato in ajutar la Chiesia, et etiam il divino au-xilio per esser cosse sue, con molte parole scriple in el prefcilo longo breve. Poi mostrò uno altro, di 24, come non solum la Signoria non à levà le zente et cessà di le pratiche, imo à obtenuto il loco di Santo Archanzolo che si teniva per la Chiesia etc. ; però replica debi dir quanto à scrito in l’altro. Et il principe li rispose saviamente non aspetavamo tal brevi etc. e fo gran parole in juslification nostra. E lui legato con colera disse aver di Roma, e mostrò lettere, che P orator nostro instava coi papa contra di lui, et che ’l fusse levato di qui, dicendo: « Serenissimo principe, io fazo P ofìcio mio, et si non vi piace, anderò via » etc. E li fo ditto P orator scrivea ben di lui, e fusse acharezato etc. Or fo dimandato li brevi: disse li daria la copia. Di Parma, di sier Hironimo Donado doctor, orator, podestà di Cremona, a dì 24. Come in quel dì zonse lì quasi in una hora col Cardinal Roan; et fo da soa signoria reverendissima, dicendo era stà mandà lì per la Signoria noslra per hono-rarlo et acompagnarlo ; et lo invitò a Cremona ; e che P habitatione di lui podestà li era slà preparata, e cussi saria honorato in le altre terre nostre. Poi si alegrò dii cardinalato dii nepote, che era lì. Esso Roan ringratiò la Signoria, dicendo sempre da quella I Diarii di M. Sanuto — Tom. V. veniva honorato, nominando domino Zorzi Corner, laudandolo assai; e che non poteva venir per le nostre terre, perchè non andava a Trento ma in Franza per la via romea, e.presto; nè volea intrar in Milan ma andar in Alexandria et Aste, e doman starà lì a Parma per esser il zorno di nadal, e poi si partirà. Dii ditto, ivi, a dì 25. Come in quella matina a l’alba u lite messa dal Cardinal Roan in una sacrestia ; poi esso Cardinal ussì fuora a udir la messa so-lene, dove era gran populo, e voleva esso orator li fusse apresso a inzenochiarsi a uno schagno medemo ; ma lui non volse, e li fè portar uno altro lì apresso. Era ivi monsignor di Chiamon governador di Milan e il presidente dii Senato regio, qualli stavano lontani, e cussi li Palavicini ; li qual honori non è soliti francesi far, come sa domino DominicoTrivixan procura tor, olim suo colega orator in Franza. Item, scrive coloquj à ’buti insieme lì a la messa. El qual Cardinal laudò molto la pace ; et che tante pace era stà fate tra il cristianissimo re e Spagna non ohservate ; et che spera questa sarà ferma, che ora si trala. Et P orator disse che la Signoria manteniva pur la lianza ; disse era vero etc. Poi disse esso Cardinal haver inteso a Fiorenza, che hanno per lettere il Turco à una egritudine di la qual non poi scampar etc. Poi andati a casa, volse esso orator disnasse con lui, e lo messe di sora, poi el Cardinal suo nepote e li altri signori francesi. Col qual Cardinal novo fece P ofìcio in nome di la Signoria nostra, ralegran-dosi ; quello ringratiò. Item, poi disnar, esso orator è trato da parte per far queste lettere e scrive di sua mano. Doman si partirà ditto Roan per slafeta. 11 resto li va driedo. Disnerà a Borgo San Donili, poi a Fiorenzuola e P altro a Piagenza, e fin lì lui orator lo acompagnerà, e de li torà licentia e ritornerà a Cremona. Item, à inteso da quelli francesi la pace ha pur qualche dificultà; e p irlato di le terre di Romagna, Vlicono si ’l papa vorà comportar la Signoria le habi, il re sarà contento. 294 Di Roma, di V orator, di 21. Come fo dal Cardinal San Zorzi, qual li disse che li oratori di Forlì e uno fradello di Castel de Rio, eh’ è thesorier dii papa, haveano ditto al papa la Signoria haver voluto opugnar uno castello soto Ymola, ma non 1’ à potuto haver; e lui orator disse non Pera vero. Poi il Cardinal disse non li par poter col papa ; e si soa santità ge darà Ymola e Forlì per soi nepoti, li costerà molto charo ; però aricordava saria bon la Signoria restituisse Tusignan soto Ymola al papa, che questo potrà più far facile dii resto il papa. E sopra questo feno alcuni coloquj. E l’orator disse la 40