382. DE’ FATTI VENETI. Antico de’ fuoi prmctptj. Maggiore ancora di quei tanti rifugi farà il debito Padouanofempre, che fi raccolgano i nflefsi a’caffi, £$* accidenti pofteriori, in cui nelprogreff'o de’ fecolihà tante volte quefia allanoflraCittàreftituitalavita. Troppo ne abbonderebbe un’ampia materì a ripigli andò li adeffo. Bafìi folo a toccar per poco,quando redimeronla que(i armi dalla miferafckiauitù di Azr zjoIwoì Quando lantrafferò dalle ferità non minori di Maftino dalla Scala, figliuolo di Cane 5 Quando, purfper andò lapiet a di VenetiaiCarrarefi conuertiti Mene vna volta, tante li rimife nel Prencipato primiero. Ma bora, che per l’enormità peggiorate di tempo in tempo in coloro, doueuarì efsi, come troppo indegni, ter-minar perfempre il tir anno Dominio co’l voler di Dio, giù fio vindice de’ loro brut ali misfatti 5 ecco di mono, Prencipe magnanimo, Padoua deuolutaàVoiper ogni ragione $ eccola a Voi prefentata$ e dee cola, che ,prendendoper anima levojlrefantifs ime leggi, non non più intende, che viuerui immortalmente nelfeno. Quefta ora-tionc, che versò in gran parte, per maggiormente abbellirli, iòura tante prerogatiue di quefta Città, figillò l’Àmbaiciatore col iìgillo appunto della Bacchetta, delle Chiaui, e di dieci Stendardi raffegnati à piedi Trattimeli del rcgal Throno. Come la rifpofta del Prencipe fù graue, per decoro-def D°zc 111 io contegno : così nell'atto degli accoglimenti iiiccetfìui, chinò à pa-; a' reggiar l’altezza Maeftoià con la proftrata humiltà, i>è potè aftenerfi, per tenerezza paterna, di mifchiar le fue con le lagrime degli Oratori. Preferirti ardimento dapoi di /applicarla manutentione di più Priuile-friuiiegi gi j Diminutione di prezzo a5 peiì del Sale 5 Sollieuo di alcune grauez-%ìgi!C%t-ze 5 c ^Pra tatto la continuatione dello ftudio, ch’era flato da Bologna bajeiatori. fin dell’anno 124.2. colà trasferito, ed aumentatoui celebre. A tutto Mconfen■ acc0nièntillì dalla Patria con indifferente contento dell’vna, e degli altri. Così partirono gli Ambafciatori; (òtto quefto Cielo adagiofti Pa-doua 5 Zaccaria Treuigiano , Dottor’, e Caualiero, e Marin Carauello, quegliPodeftà, e quelli Capitano, paffarono à reggerla 5 affegnaronfi ad ogn’vno di publico trattenimento ducati mille quattrocento, con.-obligo di tener fei Donzelli, quattro Staffieri, e dodici Caualli, per de-corofo iòftegno di nuouo riguardeuole Dominio ; e così queft’angolo ameno, piantato in Italia di quattro conipicue Città 5 Treuigi, Pado-ua, Vicenza, e Verona 5 fterpato dalle tiranne infettioni, che fino allho-ra difettato l’haueano, entrò infteme con quella di Belluno, Feltre, e di molt’altri luoghi,già detti,ad effer coltiuato,e protetto dal fòaue paffag-gio del Venetiano Leone,che no fiera, ma domator delle fiere,tolte nel ièno à palcer’, e fàluar gli arméti dalle altrui antiche deprauate voracità. In due anni porteriori di qualche ripofo due co fc occorfero degno di rimarcarli amendue tra quefti filati diicoriì, ancorché non guerriere , e non imbrattate di (àngue, Ardeua