\ LIBRO SETTIMO. 147 gran Coflantino. L'Ampolla del Sangue di Noftro Signore, con Pai-tré moke reliquie, fu riporta nel Santuario. L’Imagine di M A RIA è quella, che Jfòura il Maggior’Altare nel Regio Tempio ben ipeffo fi efpone alle adorationi, e concede i miracoli noti._ La Pala è la_ rteifa, chefoural’Altarmedefimoviqnaperta, òcapparifee ne’giorni folenni. Furono le Gioie pretiofè vnite all altre, per aumentar le grandezze del publico Theforo. Sonore Porte quelle, che fèruono pur’al dì d’hoggi à riièrrar’il gran Tempio. Si veggono iquattro Cauallinel proipetto d’eflb al di fuori, per legno, & ornamento memorabile dell’ Eccello trionfo. EdilRegnodiCandia, e gli altri flati acquiftati, arricchirono il Diadema Ducale, e ne ferono riiplender’i lumi fin dentro à quella gran Città di Coftantinopoli, che hauea per nouecento anni continui tanto Mondo fìgnoreggiato 5 Che le fue magnificenze prime traiTe dalle vifeere, e dalle ipoglie più antiche, e più fuberbe di Roma. > e che fiata fempre la Metropoli dell’Oriental’Impero, tanto vantò di potere, e pur’adcfto, come Reggia Ottomana, cotanto vanta. Così, vnita cogl’altri Prencipi, fi glorificò la religioià República, e così ella, concorfè in Coftantinopoli à fregiar feftefta, eilChriftianefimo di quell’Augufta Corona, con altretansa occafione à tutti di rallegrarfène. allhora, quant’hora di piangere. Il fine del Settimo Libro . I