tà più ffrmata fincera è quella , che refifte al Tormento, Non è male à dichiarar’, edifcorrer le cofe conia ragione, occorrendo; e per tanto fe offeruarai, ch’io tal’hora lo faccio, vedrai, che non è per errare tra fantafìmi d’affetti ; ma perche meglio comprendi, che, doue pongo il piede, ve il fondamento ficuro ; e fe nondimeno ancor ti pareffe, che pur’in alcun luogo le accompagnafsi con qualche vantaggio, non_> ila così ; è la mia debolezza, che, conofcendo non iàper darlo, ihidia il minore difcapito alla verità; per lo che,fe mi porrai al confronto, mi trouerai più degno di biaiìmo apprefso la defraudata Patria, che l’ingannato Lettore. Sò anch’io, che il colorito eccedente i contorni deforma le figure, non leabbelifce ; Ma tanto è lungi, che le riflefsioni guailino i fatti, quanto dianzi, àdipingerli al viuo, feruonefse di compimento. Vn Pennello, per eccellente, che ila,non può ritrar dal naturale la Gloria, mentr’ella foura gli ordini della natura rifiede. Si vanno per ciò cercando i raggi, che no additino almeno gl’indicij, e così anch’io per aefcriuer’i Fatti gloriofi Veneti, ò per dir meglio, per non lafciarli trà le mie tenebre del tutto aU’ofcuro, m’è conuenuto indagarne. Dinuouóii pregoàcompatir l’ardimento; poichés’ò tocco alla mia inesperta penna, per fomma gratia, di non fer-uirfinhora, thè commandata, nonl’hò creduta indegna^ d’efercitarne lo ftefso debito, etiandio volontaria ; e le di-ilillatimi fempre da fapientifsime confulte, e da pretiofifsi-mi documenti gl’Inchioftri, hò potuto per tutto il corfo di mia vita feminarli àgran Fatti, hora pure ila permefso alia_j penna, & alla mano medefìma, di rapprefentar’ humilmen-te i Trionfi da quefto Augufto terreno fplendidamentefio-riti, e da me ofsequiofamente raccolti. Douerei finalmente chiudere con alcun fegno foura gli errori ìneuitabiliisimi delle ftampe ; ma ben difeerno anco in ciò, che aisai più grande farebbe il mio de’ molti, e molti, che in varij luoghi iparfì vedrai, fempre,che di auuertirtcli pretendersi. Se di-
moftrafsi