LIBRO DECIMOSETTIMO. 379 dacemente sbracciolle, e ritornofTene in Padoua. Difciolto ihpaneg-gio del nego tio, quello s’in traprefe deiformi. Si vfcì da’ limiti, e dal* fe linee fino allhora praticate di fèmplice aiTedio, e deliberò il Generale di attaccar le mura, e cimentarci potere all’affalto. Attaccollo la notte Tadoua de’ quindici Nouembre vicino alla Porta di Santa Croce ; pofìo hauu- gtedita. " tofi per ifpia men prefìdiato, e cuflodito degli altri. Furono i primi ad 14° 5 appoggiami la icalata, e montami Giouanni Beltrame, & vno di Cafa Quarantotto, fèguitati ognuno da dieci iòldati; Nè trouati laisù de’ne-mici, che ioli diciotto di guardia, efèpolti anch’eifitrà il fònno, o l’ofcuro, gli vccifèro tutti, fenza che rimaflone pur’vno, poteiTe correre àpublicarnel’auuifo, &à promuouere allarmi. Approifimatofi à sì bella fortuna immediate l’eièrcito, altri cinquecento ioldati monta-ronuij evolati perdi dentro alla detta vicina Porta diSanta Croco, eflinfèro pur quiui le guardie ipenfierate; feron libero per efTarin-greifo, vi entrò gran numero d'Infanteria,e Caualleria, ed occupato in • vriinilante il primo intero circuito delle più forti muraglie, fola-mente allhora gli oppreffi auuedutifi, eleuaronfì per difendere il fecondo rimafloncinto, più debole del primo affai. Quando fi trouò il Popolo in vn punto là dentro rinchiufo 5 e ne’ fianchi, & alla vita incalzato da potente nemico, fi proitrò piangente à fupplicar’il Carrarefo, chehoramai ridotta ogni iàluezza nel fòlo arrenderli, vifidoueffe di-fporre per fé, per i figli, e per quella Città, della cui fede i Progenitori, ed egli hauean tanto potuto ne' tempi feorfi, e in quella fleifa occaiìone efperimentar’, e prometterli. Ridotto colui à sì flretto termine non potè più efìmerfì. Gli fù forza domar l’alterigia, e fece con fretta inten-der’a’noftri il defiderio filo di abboccamento nouello. Si contentò il refe per pat Senato, (àputolo, di accordargliele ancora, e deputò per vdirlo alcuni ll r/* Senatori, che transferironfì nella Terra di Mefite, doue pur egli pafsò inperfòna. Ma, come le sforzate rifòlutioni, quando fono giunte all’atto di conuenir’efequirfi, fèntono allhora gli flimoli deU’auuerfò genio più acuti, così riientifène ilCarrarefenel procinto didouer dar a patti la fùa Città. Trouò tormentofò il fepararfi dal Dominio ; quanto ripugna neldiuiderfilanoflravita. Si dimenò, fi contorfe lungamente. Horvoleua, edhornòfòggettarfi al cangiamento già di fuiu ftella prefìffo. Finalmente l’ambitione ancora il vinfè. Nonhebbo^0Wfe dl cuore di toglierfi di flato da fe medefimo 5 RitornofTene à Padoua, cd nmm / tm elefTe più toflo l’eccidio dalle mani de’ nemici, che dalle fue. Veduto fnindolT. il Popolo lui ritornato, e fe fleffo nell’anguftia di prima, più non potè fofienre l’oflination pertinace. Già,per iòflenerfi dall’vltimo crol- lo,non gli mancavano, che corti momenti. Suegliogli quel pailo eftre-mo il penfiero.Gli iouenne in quel punto tutte le male operationi,com-meileda Carrarefi, edaFranceico medefimo; Conobbe lacaufà, eia colpa loia del filo imminente difaflro colui. Si raccordò delle formo Bbb 2 tiran-