2,2.8 DE’ FATTI VENETI. 0vrneuZde- Génoua, cinque ne perde, e fi iàluò à gran fatica con gli altri. predati da Alferoffene molto ilGouerno, e non bene informato del cafo, e dub-Genoueft. ^ non pruc|ente condotta nel Capo, con rigorofo cartigo il punì, 1327 I Popoli di Valle, e di Pola nell’Iftria, già fiati ilidditi della República, hauean potuto conofcere, inpruoua la differenza dal comando 1328 Veneto, à quello d’Aquileia, fotto cui allhora giaceuano 5 efe ne di-chiararono con iipontanea deditione, fatta qui efpreffamente por- Vaiie, e tare da’ loro Ambaiciatori. Notabilmente aggrauoffene il Patriarca^ uìlefi r¡ud- & ne efcuiàrono i Senatori con la ragione, d’aprinl feno à chi ricoue-dite. ratoui ancora, e già pentito d’efferfi alienato, v’era di nuouo ricorfo. TatriarciLs Egli non iodisfatto, fi vo{iè all’annij e gran danni riièntitifi nella. di lAquiieia Prouincia, e nel Golfo da quei Comandanti, tra gli altri molto ipiac-fe ne r,/cn< qUe ? cjie, inciampa toui nel Quarner Giouanni Cornalo, vi rimaneffe prigione. A mortificar 1 ardimento, non fi troiio il miglior mezzo di Giuftiniaho Giuftiniano, ritornato in quei giorni dal Reggimento di Candia. Ei non fu meno in quella, che nelraltre occorrenze, d’vn’ notte le.juc eftremo valore. Auuentoifi contro a5 nemici, e diifipolli, e inièguilli gent‘ ' fin entro al lór proprio Paeiè. Da ciò il Patriarca sforzato, conuenno dalla guerra trarfi alla pace Raffegnatamente piegolla? fi gittò,per con-pac!teguiría, nelle braccia del Sommo Pontefice? e fu tanto ricettato il mezzo, die gliela fece ottenere 5 rimanendo però alla República, 1329 igià datifi luoghi diValle,e Pola, e con gli accordati conchiufi, maggiormente aflicuratofil Dominio. 'Nuouo ti*- Porie occafìone nell’anno ieguente di gran penfiero nuouoacci-Tar-dia 4 ùntale tumulto di Candia, concitatouidavntale, cognominato il Varda, foggetto di gran ièguito, e di torbida mente. Volea coilui de’ denari da’ Publici Rappreièntanti di Rethimo, per armar ( adducea ) contra iCorfari alcun legno 5 e dichiaratofi non fòdisfatto à baftanza,, ardì per vendetta di fblleuar molto numero di feelerati in quello, e nel territorio di Milopotamo 5 di commettere graui delitti in Campagna, 5 entrato nella Citta di Canea, d’imprigionarui Hermolao Belegno,Rettore , e di andar con ftiolt altri incendij, e rappreiàglie di Terre , e d’ha-ueri sfogandoci. Fùà correggerlo Giouanni Cornaro medefimo, già prigione d’Aquileia, e liberatofi con l’occafion della pace. Giunfe in, r Candia vi sbarcò con buone ailìftenze, e v’entrò con tant’ittipeto, Ribelli*1 che, venuto alle mani col Varda, e i ribelli, potè predo deprimerli ; vcciiè il Varda íleíío e ricuperò in poco tempo i luoghi rapiti. Ma, fi come morti gli humori à trauagliarl corpi, ritornamifacilmente, ancorché mortificati,à infastidir nuouamente,così Leone Calergi, facino-Nuoua fai- rofQ non meno f venne infedelmente à prefumere di fcacciar da tutto il Régno la Signoria della Patria. Fùilpretefto, poca grauezza, c’ha-ueua importa Biagio Zeno, Duca di Candia in quel tempo-, per armar’ in di-