LIBRO TERZO. tunoàdifenderctvicini,nonche adoffender lontani. Nonfipenfi adefib, che, fui [cerandofi di tutte le forze, à noi da sì lunghe vefià-tioni reflate, e fingendole in rémotiffime parti dell'Afia , rimanga la nojira Patria e fangue, derelitt a, efpofia,per cosi dire, ¿z/ capriccio d’ogni attentato di mano corfara; CheilPaefe, o«f conuiene trasferir fi, /w veduto, epraticato daquefi’armi, h abbia dafupporfi difafirofo, e ripieno di pericoli, e d’ine lampi granii Che il viaggio lungo j /7pericolofo, ¿v/ incerto, poffapo-ner’inforfè ,fconcertar\ e far perir’in vn punto tutta l’armata prima di sfoderar’vna jpada, ò di fcoccar’vriarco$ Che i Saraceni, e iTurehi, contra quali habbiamo à combattere, fianpiù feroci, e bellico fi dogn’altr a Nat ione 5 Che debbano affalirfi nel proprio pae-fe, e chefi trouino in quell’auge di fortuna felice, in cui par, che forza , 0 virtù non fa b affante afermar’il loro afeendente. La m fura di tali rifpetti non dà forma, c’habbi à quadrar fifoura quefl a materia 5 nèviemaffima, che poffa bilanciarfi, òpreualere alla pietà della caufaprefente. Più, che refi i vuota dhuomini Vene-tia , più far a domicilio cufiodito dagl’Angeli. JVlanco, che rimarrà munita di militariprouigioni, più fitrouerà prefidiata di pace, e di grafia celefie. Que II’ innocenza, che, combattendo voi come Prencipi indifefa detDominio, v'hà fempreprotetta Dio co’l fuo braccio, hora tanto piti vi guarderà,pugnando in qualità difuoi feguaci fedeli, per fe non per voi. Non vifgomenti la lunghezza del camino, ne l’incertezza de II’onde .poiché è corto ogni viaggio a' voli rapidi dell anime buone, e lo fpirito Diuino, che può carninar ficuro su l’acque, in voi entrando, vi faluerà da qualunquepericolo di nembi, e tempejle. Non temete nuouo, e non più conofc luto il P aefe, chan faputo ancora le S te Ile in quelle parti fermr’a’ dinoti di lume, e guida nell’ofeur ita delle vie, e condurgli a’piedi della Diuinità adoratori, etnbutarq. Sian pure gl’infedeli negli aumenti di lor grandezze, e di lor fortuna, che non vi ha forza cre-feente, che non poffa effer ferma da chi diri^ge le sfere celefii, e che 1 cor fi naturali degli ac ere fermenti, degli fiati, e delle declinai ioni pub maneggiar’à fuo modo » Se le diffenfioni del Chrifìianefimo fono fiate la cagion fondamentale de’ Maomettani auanzamenti, hora dall’vnioneprefente rimoffa, farà cheglieffettiretrocedano ilcor-foetiandio, e diuengaprecipitio la loro altezza. Non più, Compagni , non più tardiamo ad occupar’ilfecondo,già che più alla gran mojfa non poffiamo hauer’il mento delprimo luogo. Non più fia la mia voc e -, fa l’vniuerfal’applaufo del mondo Chnfiiano, c he vin-iAÌt 1, e folle citi. Anzi nonfi a, che vi muoua l’efempio degli altri,fi a tl vofiro femore, che da fe fleffo s'auanzi, feign’altro precorre di Zelo. S idD io,che vuole immortalami nel fuo fepolcro-: edàme, H 2 fenza