LIBRO VINTESIMOOTTAVO. 669 dezza in vn tempo. Vi andò il Cornaro, e come non deue ícemaríi il merito à quei Nobiliffimo Cittadino di ogni parte efercitata nell’ adempire l’incarico, menconuiene alla Rema diminuirlo. Bencho innamorata, per auuentura, nella Tua condition dominante, fi arrefo alle ragioni, e pronta concorfèà fodisfar’il Gouerno. Si fpogliò delta propria Maeftà, e vertinnela Patria, per ammantar con lo fteiTofuo ipoglio più regalmente il merito di fé medefima. Aggiuftato il primocm c 1 tcle' punto della Tua rinuntia, fi douea il fecondo, che venifle ben fèntita> da’ Baroni, e Popoli di tutto il Regno ¿ in che tanto fù nccefTaria vna^ foprafina derterità per condur quel numero infinito, e vario in vna fola opinione, quanto è grande il pericolo di chi fi efpone in vn maro inilabir, e pendente da ogni foffìo divn’incoftante fortuna. Mado-ue inclina il merito è facile il tutto. Sentironfi à icoppiar dall’vniuer-làle dell’Ifola, e di tutti i buoni,benedizioni, applaufi, e liete lagrimo alla prima publicara voce, che la República fi compiacele di ricouerar lòtto il fuo Veilillo quel Regno, e farfegli vn’argine di libertà contra le ¿eJnj^rr¡f vicine infidie continuamente da’Barbari minacciate. Cosi non rima- pur v) apilo , che preflar refecutione al contento di tutti, adempironfi le folen- fUudc' nità contienine, e montata la Reina in Galea, accompagnata dal fratello , e fèguitata da gran numero di Baroni, e Signori del Regno, io ^ * ne venne alla Patria. Qui per equiparar’alla fuaRegal conditioneiFcnctia' trattamenti, andò il Doge , e tutto il Senato nei Bucentoro ali incontro , & al corteggio, Si condiiííe à fmontar’ali’appron tato Palagio del Duca di Ferrara,douefù maefloiàmente trattata. Per paicerle poiquel-l’aftètto di dominio, che forfè hauefTe potuto ancor nudrire con i’v(ò, le donò libero il Publico il Cartello d'Aiòlo nel Treuigiano, luogo ame- u j^pul)U no, e delitiofò molto, ed in cui con quiete tranquilla fermò, e godè la ca IcdoncLy lúa fianza . Per premiar’anco l’opere, le fatiche, ed i pericoli beneme- r!°Ju%Jr!a> renti di Georgio il fratello, Tarmò il Senato di Caualiere, diftinto, o riguardeuol fregio trà i Cittadini primati Veneti. In Cipro, per guardia , e per ficurezza di tutta l’Ifola, fi efpedirono alcune Galee, e buoiL. militie iru numerodiCapi, ediftipendiatemilitie. Al Soldán delFEgitto vifiKcs.n°-. mandò in Oratore Pietro Diedo, che negli diede parte, e riportonno ai stigli intero compiacimento} e finalmente al gouerno del Regno, con., dan deii'E-quefta giurtifiitna ragione confèguito, andò in qualità di primo Publi-gnt0 ' coRapprefèntante,e con titolo di Luogotenente,FranccfcoBarbarigoj da cui, e da fucceiTori di tempo in tempo, fu retto felicemente per República, fino che piacque à Dio di lafciarlo. Si trattenne gualche poco tempo la Patria, dopo il detto Regio acqualo in pace, ò al più trà ièmplici, ma non verificati foipetti di nuo-ui trauagh. Accidenti più torto rtranieri, e lontani di ioiiantiofo ri-lieuo accaderonoj e fé ben’in effi non ne foffe intereflàta con gli Stati, nè con Tarmi la República: in ogni modo,per la cortitutione fatale delle co-