V04 DE’ FATTI VENETI. SS: confuiìone, e pattatolo in fretta, faluoffi da’Turchi, non già dalle mani fere ito Còri del Prencipe Moldauo, nemico ilio, che lo fè oltre il fiume prigione,fe fHa.no. ben poi,sforzato da principali Baroni Vngheri,fi trono coilretto di rila-fciarlo. Queilo fini gran Conflitto di Varna, occorfoil giorno me-1444 morabile de’ dieci Noucmbre, in cui, tra gli tanti mancati, e trai fiore della Pollacca, & Vnghera Nobiltà reilataui eilinta, toccò ancor di finirai la vita al Cardinal Cefarini. Giorno in vero, che può dirfì, di vn pianto continuo al mondo Cattolico, mentre nell’efito, ò buono, ò reo di quel terribil fatto, potea confiiler’vn bene, ò vn male perpetuo. L’Armata marittima de’ Chriiliani, già conquaifata dall’ onde nell’Ellefponto, benche, ricompofla, s’inoltraife nel mar Mag-marittfm §*ore> e fcorreile nel Danubio, ad ogni modo poco, ouer nulla fi ve-dò fi ri- de, che d’impreffione, e di rimarco lafciar vi poteife. Forza le fù à ri-titiim. tirarli. Forza fii, che così terminaife il gran mouimento ; e pur non fu forza,che nè meno quel lagrimabil’eccidio auuertiiTe ancora i Chriiliani Prencipi, già l’Italia in vece di correr con le lagrime, e col iangue à fmorzar’il fuoco crefcente Ottomano : anzi prendendo nel medefimo tempo di nuouo ad incenerirfi trà iè medefima. Neinforferoleprimeaccenfioni nel Regno di Napoli, douelo adottationi della Reina Giouanna feconda, ancor’accennate, e le Inue* iliture de’Pontefici, hor’ad vno, & hor ad vn’altro, non haueano la-diate ipegner mai le antiche diifenfioni trà il Rè Alfonio , e Renato Angiò muo d’Angiò. Promoife queilo, benche poco dianzi grauemente repreifo, 7ontefeUper nouc®e conuttlfìoniper ricuperarli perduto, e pretefe Francefco Sfor- ii pregno di za {occorrerlo, cofi per proprio fùo genio, inclinato alla parte di Franco/». . cia)c0mc per l’hereditario paterno, tèmpre nemico della Cafa di Aragona . Se ne aggrauò fortemente Alfoniò 5 paisò appreffo il Duca, Filippo le fue querimonie ; il Duca procurò con caldi offici) diftorne il Genero 5 ma non così facile à rimuouerfi il Grande da grande dichiara- lo sforza ta rifolutione, vi s’infierì più toilo maggiormente colui ; Mifè infie-«iuta %cna- me tutte le forze, e non folo deliberò mandarle in aiuto à Renato 5 ma di conduruifi alla teda egli ileffo in perfòna. Di ciò diiguilatofi alta-. ^ mente il Duca, aggiunfe queila offe fa ad vn’altra non minore riceuu ta ca 'fuo sho- da lui poco dianzi ; Che douendo Francefco andar nella Marca, haueife eero fe «e_> lafciata,più toflo, che ad effo, alla Republica, Cremona in cuftodia. Al rifece, j^animo del Viiconti venne ad accoppiarli quello di Eugenio Pontefice , più, che più fdegnato contra lo Sforza, perche ne’Capitoli della pace haueife frapofta la già detta dilatione di anni due alla reilittitioru dd di Bologna, nè per anco, benche feorfi, ne foife fiata efequita 5 & Al-Tapa , del foniò principalmente colpito, entratoui per terzo, conchilifero facil-fam d‘edeimente infieme vna triplice Colleganza. Quella flrepitofà vnione fo-J{c diNapo- fpefe à Francefco l’andata nel Regno; fermollo alla cuftodia de’pro-sfot?*™10 P^Ì ininaciati dal Piccinino con ammaliato importante eferci^ j0>'a' to,e