LIBRO VINTESIMOSECONDO. fot da profperi clienti, e fòllecitato dalla grandezza dell’animo, vennegli horamai nel penfiero di ricuperar dalle barbare iniìdie il patrimonio rapitogli. La (uà forza non era ballante. Inuentò vna finta lettera di Amurat al Gouernatore di Croia diretta, che doueife riceuerlo ; e col mezzo d’e(Ta introdottoli, fè ben armato, iìibito i Popoli, veduto il lor Prencipe, l’acclamarono, e vi (cacciarono i Turchi ; ed egli con tale acquifto importante vici in Campagna > e confiuitaui gran gente da^ tutte le parti, vi fi pofe alla telta. Infurioffi alla vendetta Amurat. Stabilì tregua con gli Vngheri per anni dieci; AlDefpoflodi Seruia, per non laiciarièlo alle fpaìle, redimì la Mifia, e con quaranta mila Caualli fpinfe vn Tureo, nominato Alì, nell’Epiro. Hauea Scanderbech preparato già Panimo, el cuore à gran contrailo. Eran poche le iìie mili-tie, non afeendenti i Caualli à più di otto mila, e (ètte mila i fanti . Fù tanto ardito però, ch’andò egli ileifo ad attaccar con Ali la battaglia 5 e fù fi faggio, & agguerrito l’ordine, con cui vi andò , che fè vil macello de Turchi fino al numero di venti due mila, e gli altri, floncer-tati, e difperfi, fuggirono. Se n’eileiè diuulgata la fama 5 e fù in ogni Turchi. * contorno creduta, perche il fatto la confermo : altrimenti farebbe flato difficile à perfuader le vicine, non che le lontane Prouincie, che ha-ueilèro fòli quindicimila Soldati potuto vccidere di quaranta ventidue mila Ottomani, auezzi ièmpre à vincere » benche inferiori. A neffuno più, che ad Amurat parue incredibile queilo euento ; tanto vn altero pretende iòurailar alla fortuna, & è (prezzante di ogn altra virtù. Pur non più viui gli fùoi eilinti, e le glorie di Scanderbech generalmente cantate, come gliele fecero creder vere,così non potè darfi ad intender badante contra vna gran parte di Mondo, vn picciol’angolo dell’Albania. Scuote l’onnipotente vigore alla pruoua 5 ma mentre che vaili alleilendo, il Caramano nell’Afia, e l’Imperator Giouanni in Grecia in- L'imperator uitati dal caio, e confidati nel’diuertito nemico, vicirono in Campa- damano' gna. Deuaflò il primo la Natòlia ; & il fecondo, (correndo il Pelopon- muti contro nefo, hebbe tempo di erigere di nuouo la muraglia dell’Iflmo fattagli Jlmur*t' poco dianzi dallo fleiTo Amurat atterrare. Riuolfè il fiero Turco con-tra il Greco, Omur, figlio del già dettoTuracan, Comandante** e$li u nella Theflàglia, che lo pofe preflamente al douere ; gli preio cfrme' Thebej faccneggiò d’intorno il paeiè, e tantofpauentò quei Greci contorni , che il Duca Acciaioli d’Athene rinegò al fouranoed b xtC 1* a r v*.nc*tore l °bligato tributo per fottrarfi dall’vltimo eccidio. Nell Alia poi contra il Caramano vi fi conduffe Amurat in perfòna, e comincio li fattamenteà deprimerlo, che ben’allhora con tanti eflefì incendi) fi anniderò i Prencipi Chriiliani, già trà d’effi difcioltifi per pacificai 11 co 1 Turco, quanto fia peggior della guerra vna pace infedele,e quanto è mal configliato chi concede à potente nemico» quand’hà principiato à batterlo, che refpiri, acciò qualunque vfàtogli rifparmio fi con-