23z DE’ FATTI VENETI. uafi la ílelfa Fiorenza ficura 5 c à quella República, dopo eretto il Forte, e gli altri Ballioni à gli ilagni di Chioegia, haueuan , invece dirauue-derfi del torto, tirata vna catena sii l'Adige àtraueriò; vari) impedimenti nel Pò fabricad 5 ed impoíle di lor güilo più gabelle à tutti gli tranfiti per quella Città. Primi furono ad eccitarne la vendetta iFio-Miuiñro direntini 5 c ^cn %*end° > C^e non Potea quefta Patria digerir per nelfun Fiorenza Í modo gl'inliilti troppo temerari] di quei della Scala, le indirizzarono venata, tacitamente vn Miniftro ad oggetto di vnir l'ingiurie, dalPvna, e dalP altra República ièparatamente riceuute, in vn confederato rilènti-mento. Arriuato il Fiorentino, & evolte le fue commiffioni, rellò in U"a trà veC01 giri,nclla conformità degl'intereffi, Habilita contro à gli Scaligeri, netta,e Fio■ vfurpatori, e nemici communi, la lega. Pietro de' Rolli, nuomo nel-ren^a con- |a m¡jitia d’vn’ako grido, tocco niente meno degli altri per l'vlùrpatio-ri* ne fattagli di Parma, fi déilinò Generaliffimo di tutte Tarmi; e fi diè %oiTceuc- ciaieuno à raccoglier militie della qualità, e del numero concordato r«ti/simo. ne' capitolati concimili. La fama diuulgatafi, che fi batteífe la Caifa à * Venetia, fece iùbito confluirui gran gente, bramofa di quello foldo, e di quello feruigio. Alcuna lòia difficoltà le s’oppole al palfaggio, ^¡Toai? a mcilcre^c Città, e ¿Territorij , perdoue haucanoifoldati àpraticarlo, militie ve-eran tutte, òpofièdute dagli Scaligeri, ò intimorite dal loro potere $ nete. Ma i Bologiielìper vna parte, ed Hollatio da Polenta, polfelfor di Ra-T^iunwiiJ uenna,peri'altra, parimenriamendue difguñati di coloro, fpianaro-gìie/o apro, no l'impedimen to ; apriron’elíi, per mezzo de loro Stati, libero il paf S,'tifca sài ’e tronaron fi prello ammaliati sul Lido tré mila Fanti, e mille cin-Udo. quecento CauaIJi. Staua tra tanto Pietro de'Rolli Erettamente dagli ile/fi Scaligeri aifediato in Pontremoli, nè guardatoli da lui di elporre Tietro no/- ad ogni rilchio, e ad vna Iperanza vendicatiua la vita, fortunatamente forti fconoiciuto, e li condulTe à Fiorenza. Accoltoui con fornma le-titia, lèco tolfe immediate, impatiente d ogni dimora, tutte le militie potute in momenti raccogliere, e condottoli su l Territorio Lucchelè, Scorre fino (corle fino alle mura di quella Città. Quei di dentro non vi fi conten-à Lucca, nero fpettatori. Vfcironocon imbolcata di cinquecento Caualli, e Lucckefi. fouraprelì li Fiorentini, quand'eran più intenti alle prede, gli polèro in grande ifconcerto. Si fè Pietro in quell'occafione conofcer*, in vero, cl vn valor lènza pari. Col cenno a' fuggitiui, e col pericolo di fe me-Vi li refpin defimo, fcagjioffi contro a’ nemici ; ritoìfe i fuoi dallo fcampo 5 & ani-&e ' matili à feguirlo, confeguì, che di perduti, vincelfero, e fcaccialfero gli alfalitori fin entro alla Città con molta vccilìone. Redimitoli à Fiorenza , giudicarono bene que Signori di vnirlo à queft'armi con alcun numero di militia, onde portoli in camino, palsò velocemente à Ferine à ve- rara, d'indi à Chioggia, e di là tragittoffi à Venetia. Qui fù riceuuto netu. con honoreuoli dimollrationi. Gli fi conlègnò il ballone generalitio, ed accompagnataglil'affillenza di due Proueditori, Marco Cornaro, e An-