LIBRO VINTESIMOQVINTO. 5*71 no in aperta, lunga, e (ànguinofa guerra àgli deflì dipendi], e perìcoli , e (è quell’armi terribili non per altro pareano in qualche parte (ò-fpeiè, che per tornami più piene, dopotoltefi davndiuertimentoda, eife in quel tempo intrapreib. Hauea fatto (correr Meemet vn Baicià co grand’eièrcito ad attaccar Scaderbech nel proprio Pae(è,e quel Guerriero col (olito fpirito lo ruppe, e il fè prigione in vn generale combattimento. Infuriato colui, gli (cagliò addoifo vn’altro Capitano con più neruoiò potere, e pur il U Turchi. brauoCampionequeiloancor viniè in quattro conflitti. Allhorafie- moltlu^ ro vi andò in perfona, e Croya, Metropoli di quella regione,ancor det- ZnfinT™ ta, & ancor vanamente più volte da’ Turchi tentata, fù l’oggetto fuo mcc™oetJot principale. 0 *° ’ Vi mandò innanti ottanta milaiòldati à piantami l’affedio 3 egli poi vi comparile con più di altretanti, e Scanderbech diffondendo in tutti il (uo cuore contra la portanza tremenda nemica, più volte la ributtò ne„ nbut-con gran drage$ e incommodolla frequente có valoroià iortite. V edu- ^t0 iP'“ yoì ta ilTureo à lunghe efperienze la dia forza,sépre (uperiore à tutte l’altre,u ' (uperata da vn huomo (òlo,difperato fe ne didolfe con la perfonajandò àCodantinopoli,ela(ciò nell’afledio cento mila periòne infidenti. Te- còjiantino-mè allhora quel Prencipe Albaneiè, che poteiTe il tempofuperar final- poh. mente l’intrepidezza de’ iuoi, e che quand’anco non cedeifero all’armi, alla fame non refideifero. Preiè in qu el la n franto cófiglio di iòrtir Colo, Scàderbccb & incognito dall’aifediata Piazza,e Iaiciatole dentro in (uo Luogotene- e^e,ncolni te vn Capitano approu3to di nome Tanuiè, ei (è ne andò al Pontefice e va à ro-in Roma. Non meno del concetto magnanimo già diuulgato di lui, ”**• comparue à Paolo, al Sacro Collegio, e à tutto quel Popolo la (uà pre-fenza ammirabile, ma farebbero (tate da bramariì altretanto accetto le (uè preghiere. Efpoièle angudiej infide dell’importanza; implorò aflidenze al gran cafo, furono le rifpode più lodi al merito, che aiuti albifogno, edancoallafined’vn’indugioiènzafperanza, così partì, come v’era andato, nèfuilfuffragio, che di poco denaro. Ciò però Se neparte che (ùpplicato, e niente ottenuto dadi altri hauea, trouò conièguito /«c-al (uo ritorno in Albania dalla Republica, benche da tanti difagi im- co^‘ {>edita. Lo precoriè con molta gente di già mandatajNe fpiniè dentro e Fortezze confinanti in abbondàza, & ad eifo impartì l’autorità di va-lerfeneà piacimento. Se ne valiè ancora. Formòd’e(Te,edelle proprie /»;.“ militie due corpi d’Armata in Campagna 5 II primo di (ètte mila raife-gno ™ colando di due fratelli Aleflìo, e Nicolò Ducagnini, Prencipi anch efli nell’Albania 5 II fecondo di altretanti à Nicolò Moneta, Go-uernatore di Scutari 5 & egli alla teda marciò contra il Campo Turche-(co attediato re di Croya. Inteiè, per ventura, viaggiando, che poco Fc°™a>e £ lungi caminaua vn Baicià, con altro (quarcio numeroio, & agguerrì- contr* ¡tw to per vnirfi à quello. Conobbe più facile d’impedir’vna congiuntio- cCy0j°tto Cccc 2 ne