LIBRO TRENTESIMO. 733 reggerJt. Perfiilèdinuouo in ogni modo Cefi re, e mandò loro vn Miniilroefpreffoconpiù viueinllanze, ma eisicoitami pur di nuouo JJ™ 10 rigettarono. Cadde intantovn al tra volta la voce della venuta di Carlo, e Lodo-uico perdutone il timore : ma non mutato l’animo maluagio contrae laRepublica,inuido ancora, ch'ellas’impoiièffaife di Piià, tentò Maf ^ iimiliano, che vi fi conducete inperiona. Nerileuò il Miiteroil Se- lo in Italia. nato prudente. Bramaua la pace, non il dominio di Pifa j lo confufo : fomentò anch’egli à Celare lo ileffo viaggio j òcegli, adattando gl’of- l'uno, ficij al proprio defiderio, fe ne perfuafe, fi potè in camino, e traipor-tolsi à Tortona. Colà comparfi à riuerirlo gl’Ambaìciatori de’Fioren- fublica pr0 tini, ne venne vno d’eisi gittato nel fango dal Morofini Ambaiciatoro Veneto, pervn’attodipretenfionearrogante, chevsò, proiettando- vtfimmue gli il douuto riipetto veriòi maggiori. Da Tortona Ce ne andò Cefare « Ter. a Genoua, e quiui montò con tutta la gente ioura d otto Galee di que- Voi j Cen0 ila Republica, duede’Genoueii, ediecigrolsiNauilij. Rinfacciollo 11 vento, nauigando, e trauagliò alcun giorno > ma riceuutolo poicia* il Proueditore delTArmata Veneta, Domenico Maiipiero iòurala iùa-propria ben rinforzata Galea, entrò con etta nella foce delTArno , edi làpaisòàPifa in vna barchetta . Colà dentro chiamò fubito i Pri- Giunge à mati àConièglio, & ad elsi, & al Popolo eshibito tutto il potere per «/*• lalorfaluezza, furon’eisi sforzati alla perlona d’vnCeiàre armato di1T^anfl. raffegnarfi. Vnitiii poicia iniìeme, e trattato di iceglier’vn’Impreirb , aggradi/co* che potette toglier più facile à Piià le anguille, e incommodarne Fio- na’ renza,fùtrà l’altreterminata laRoccadiLiuorno, Iiolain mare, c, Termina d' che al lido congiungendofi per vn Ponte di legno, ièruia d’iinpedi-mento continuo a’ foccorfi dell’affediata Città. Per facilitarne Tinteli- uomo: to, ricercò Maisimiliano i Veneti Proueditori di iparser la loro Caual- „ ,, . 1 • \ •*! 1 • \ * i* • 1* • • CdUCtllCTlCL lena tra vanj luoghi a trattenere in diuertito trauagiio 1 nemici $ e fe veneta in* parimente sbarcar dall’Armata trecento Suizzeri con più pezzi di Can- Pj'f none, lor comandando dauuicinarfi, e d’occupar’il colle dirimpetto a' alla Rocca, per intercluderne la via. Ma quei di Liuorno molto bene auuertiti dagl’andamenti contrarij, Ìùbito rileuato l’oggetto, fi moffe-ro à preuenire gli Suizzeri nel Colle medeiimo, e ii azzuffarono in vru ftretto luogo con effùfioni di fangue reciproche. Vide lungi il Proue- Ema ditor delTArmata, che nellacontinuation della pugna eranoinoilri attaccata . per lo iùàtaggio del fito poco men, che sforzati di ceclerejSpinfe loro in aiuto degli altri foldati 5 vi mandò etiandio delle ciurme, e ciò va i/o Fiorentinif, à rimetterli, à ripuliàr fortemente i nemici, ed in fine à violentarli di; ritirarli • Mentre fi combattea di queila maniera, fi {coprirono da lontano in mare alcune Naui andar veleggiando. Bramò il Proueditore di conofceric, e vicino vi fi auiò con le Iòle Galee, poiché il vento contrario impediua il farlo a5 Vaicelli Piacque à Celare di andarui aneli egli; ; mirano.