y>6 DE’ FATTI VENETI. McarUm romper’allhora in aperta guerra contra formidabil nemico. Sceilè la bafciator e- prudenza del Senato di mandar più tollo à Maometto vn’Ambafciato-!ìtugace‘ re Pei Pace>e Francefco Fofcari andatoui, trattò l’incarico con tanta vir-a a ace. ^ ^ cjie p0t£, facilmente conchiudere. Ma ritornato appena inPatria., ecco quello il primo cafo, cheinfegnò dapoi, contanti fuccelfiui, ciò, che pollada barbare promelfe prometterli. Come fe in vece di panni de' pace, folle partito con intimata guerra FAmbafciator d’Andrino-pelfiitìr. P°li, fi diè più, che più l’Armata Ottomana à fermar le Naui nato. mercantili,feorrenti nel Mar Maggiore per Trabifonda,e à depredarle à perturbare per ogni luogo. Non fù più tempo qui di penfar a nego-tio; non più iperanza di fede • Armoifi vngrolfo numero di Galee ; jLrmatav ^ a^eSn° Per Comandante Pietro Loredano, & Andrea Foicolo, iJufnml. Proueditore,e gli li commifè di veleggiarle inoltrarli à dirittura ne’ ma-re' ri di/òpra. Cautelato, e prudente fù però l’ordine. Non fù di romper, /è non ineuitabilmente, con l’armi ; e bramatoli in primo luogo il ne-gotio, e la pace, fi fè montar foura l’Armata medeíima Delfín Veniero Amba/da-con carattere d Ambafciatore 5 poiché, feil publico oggetto era flato tor pojìoui fempre di conièruarfi amico ogni Prencipe, ciò tanto più bramolfi con ver lue™ 1 Ottomano > che già ellendea l’immenfo potere a chiuder lungo alle, colle del mar’Ionio, e dell’Egeo vna gran parte di quelli Stati. Perue-nuta lArmata nell Arcipelago,-inoltrata/i à Gallipoli vicino allo Stretto; e quiui gittate l’Ancore, per far in tender’al Turco il iùo pacifico de/iderio, trouò vn íaluto tempeñofo difreccie , ed’altri nociui ilro-men ti, lanciatile contro dalle /piaggie /ùperiori, e dall Armata T urea, sì combat, che/laua/òrta dentro lo ileifo Stretto alla bocca. Fùineuitabile,per tono l’M- J10n perire,di corri/ponderdi con armi limili,onde iàettaronfi vicende- lìicitc ci Gal- 1 ■ ni ' • /*••• n 9 \ * n npoii. uolmente gran tempo. Sbarcati polcia 1 noltn, ne pur volle omettere, il General Loredano, ancorché inlànguinatofi, il fuo principal de-iìderio. Chie/è al Capitano de’ Turchi vn /àluocondotto, e confegui-sì ejjìbìfcc tolo, efpedigli Tomaio Bragadino, ìlio Segretario, per tshibir, come íímUjcíl *ece > l'Ambafciator’al fuo Rè. Nedimollrò aggradimento il Turco t¿rc. di prima villa j Licentiò il Segretario con parola di ieriuerne àMao-^¡jaiijce /• m«t°: ma nello ileifo tempo, rinforzata l’Armata di brauamilitia, Armata-} vfcìcon grand’impeto ad aifalire la nollra. FuDiolòlo, che oliò al veneta1 et- f°Lirafialto improuifo. Si ordinò il Loredano alla battaglia in vn pun-tro la paro, to j Dilpolè il Sole,l’acque, e il veptoà iùo prò; e rincuorato ancor più la • nell animo fuo, ch’egli nò, ma l’auuerlàrio quell’era, che lo tirauagiu-/lificatamente à combattere, accolfelo intrepido. Seguì ipauenteuo-lela prima horridezza : e ben'ella prefagì quanto doueua il mare coprir- lo con. fi (linceamente di fangue. Lo llrepito de’legni vi tati ; quello dell’ar-futto trà di mi, e de’ colpi ; il confulò delle voci, quali gementi, quali intrepide^, 'fi * durarono nella varietà degli accidenti tu ngamente varie à /perar’, e à temer delleuento. In fine preualíero i Veneti, e di tanto preualíero, che