MCCCCCIV, MARZO. 1028 in questa terra. Ave IO non sinceri, 44 di no, 52 di la parte, perchè la non Tu intesa. El ne parse indusiar a un altro Consejo. Fu fato la relatione per il serenissimo di la venuta di l’orator Turcho, el quello à dimandato, videlicet Alexio. Et poi fo leto la lettera el scrivea in materia Alexy etc. Fu posto per li savj dii Consejo excepto sier Antonio Trun, savj a terra ferma e nui a i ordeni, scriver al Signor turcho in risposta una lettera, la qual, per non esser stà presa, non scriverò il tenor ; solum che li capitoli remandavemo, e di Alexio per uno secretario nostro li fariarno intender l’opinion nostra el altro etc., e damò sia preso che ’l sia mandato de li uno secretario con la commission parerà al Consejo, et sia electo per il Colegio nostro. Or sier Antonio Trun contradise, dicendo voi dar Alexio che non vai nulla et è soto aqua, e che quando el vorà lo torà, et altre parole. Et messe che si dovesse prima damatina far la election dii secretario e sabato la commissione, et poi si venisse a far la risposta al Turco etc. ut in parte. Ave : 2 non sinceri. 0 di no, 58 la nostra, 115 dii Trun ; e fu presa. Fu posto, per sier Hironimo Capello savio a terra ferma e li 4 savj a li ordeni, et io non era in opinion, di revochar la parte di vini di Candia etc. Et io missi, atenlo che ’l fusse stà preso che tutti i savj dii Colegio dovesseno venir con le so’ opinion, che se indusiase. Et sier Antonio Trun savio dii Consejo, fè lezer un scontro fusse scrito in Candia mandasse soi noncj qui ; e visto el Consejo mormorava, si tolse zoso, et messe si stesse su quanto era preso. E andò in renga primo sier Hironimo Capello per la opinion sua. Li rispose sier Antonio Trun e lo cargo era cu-gnado di sier Vetor Pixani parcionevele di la nave eie., et disse assa’ raxon per la opinion sua. Li rispose sier Trojan Bolani savio a i ordeni, et tutto * il resto di savj intrò in la mia opinion de indusiar prò nunc; ma sier Hironimo Capello e altri nomina-di messe etiam di deferir, e che ’l primo Consejo si venisse tutti con le so opinion per difinir tal materia. Andò la parte : ave il Trun 32, il Capello e compagni 47, nui altri 87, et questa fu presa, videlicet de indusiar. A dì 22 marzo. In Colegio. Vene il legato con uno breve dii pontefice, et una lettera dii Cardinal San Piero in Vincula latina, molto savia. Et il breve dice che, hessendo manchato lo episcopo cortonense in corte, qual havia 1’ abatia di San Thomà in cremonese, 1’ havia data al prefato Cardinal suo nepote ex carne, pregando fusse dato il possesso; et ditto Cardinal scrive una savia epistola, la copia di la qual noterò di soto. El principe rispose al legato si conveniva dar questi possessi con el Consejo di Pregadi ; si consejeria et vederia. Poi parlò .dii beneficio di Santa Maria di Burbiago per certo frate etc. Or par-tido, li savj consultano è bon darli tal beneficio. Vene l’orator ungarico solicitando aver la soa risposta,, dicendo dover aver ducati 20 milia. Li fo ditto per el principe aver calchulato le raxon dia aver fino a zener ducati 9000, e si daria a questo modo : ducati 2000 è stà pngà a Jacopo di Zuane To-schan per lettere di cambio, et altri ducati 2000 al ditto se li daria, et a lui, di contanti, ducati 3000. El resto, per li danni di Trau resteria cussi suspesi etc., dicendo il re à ’uto da la Signoria ducati 182 milia 533, eh’è un gran dinar. Esso orator disse questo aprii era il termine di altri ducati 10 milia. Voria veder li conti ; ordinato mostrarli et expedirlo. Vene l’orator yspano. Dimandò di novo di questa adunalion feva il papa in Romagna, nè altro volse da conto. Vene l’orator di Ferara, qual aspetò un poco perchè li capi di X erano dentro. Poi dimandò cosse di poco momento. Veneno li agenti dii conte di Pitiano, a li qual foli ditto, poi assa’ consultato in Colegio, che la Signoria era contenta, per lo amor si portava a la excellentia sua eli’è nostro capitanio zeneral, di li ducati 7000 e più à ’uti in più volte per far provisionati, non ne parlar; e che si vederia li conti ; ma in hoc interim, si fermasse li capitoli. Et ita rimaseno satisfa li. Introno li capi di X. Steteno assa’ in coloquio nescio quid. Di Ferara, di sier Marco Zorzi vicedomino nostro, de 20. Come vene uno secretario dii re di Franza lì con 5 cavalli e poi partì per Roma. Si tien venisse per le cosse di Valentino. Item, di Romagna, il conte Francesco Maria Rangon concluse col castel-lan darli li danari, videlicet ducati 500 havia trovà il signor di Forlì, e lui portarli fino a dì 20 altri ducati 15 milia, e tenirà la rocha perso’ cauzion. E quel signor à scrito a madona Julia sua sorela, eh’ è lì a Ferara, che dandoli tal danari, è contento la sia signora in vita soa, e post mortem il stato li vengi. La qual li à mandato a dir questo a esso vicedomino, e si ri-comanda a la Signoria nostra. Item, il ducila dubita di Cento e Pieve di bolognesi. Par il papa habi mandato uno breve li siano restituiti dicli lochi, et però il duca à mandato lì el Bruzà suo factor. Item, par che sia seguito novità a Codignola, e il podestà vi era 499